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ENEL, Legambiente: "Inaccettabili altri 8 anni di carbone" In evidenza

Legambiente è stata "audita" , nella giornata di oggi, 7 Giugno 2013, dalla Conferenza dei Servizi riunita per la nuova Autorizzazione Integrata Ambentale della Centrale Enel della Spezia; sono stati auditi nella stessa giornata anche Greenpeace, Wwf, Isde, Ordine dei Medici della Spezia e il Comitato Spezia Via dal Carbone.

Legambiente ha sostenuto nel corso delle audizioni, depositando anche un documento scritto di Osservazioni al documento dalla Commissione Istruttoria IPCC istituita tra ministeri interessati e enti locali al fine del rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale per la Centrale spezzina, quanto da sempre è convinzione dell'associazione, evidenziato anche dal Dossier Carbone elaborato su scala nazionale sugli effetti nefasti del carbone sulla salute, l'ambiente e i cambiamenti climatici.

Nello specifico caso spezzino, la nuova AIA, nel momento in cui sarà promulgata, e se si baserà sulle indicazioni della Commissione Istruttoria, significherà una cosa prima di tutte le altre: il permanere della produzione elettrica prevalente, nella centrale spezzina, con l'uso del carbone e dell'olio (i peggiori combustibili dal punto di vista dell'impatto sanitario, ambientale e climatico) per altri 8 anni.

Nello specifico di quanto ci si accinge ad autorizzare, colpisce il fatto che nei primi 3 anni di esercizio della centrale (tempistica proposta sempre dalla Commissione Istruttoria) i livelli di concentrazione dei fumi emessi dai camini della centrale sono sostanzialmente uguali a quelli previsti dalla legge (con una riduzione per le sole polveri, che rimangono comunque lontane dalle indicazioni delle "migliori tecnologie disponibili" come prescritto dall'Unione Europea).
Lo stesso dicasi per i successivi 5 anni, dove il dimezzamento dei valori di concentrazione è imposto dalla direttiva europea ( e che quindi deve essere per forza rispettato), e dove i valori proposti dalla Commissione Istruttoria sono inferiori al nuovo limite di legge di un solo 10%.
Anche per la temperatura dello scarico idrico si da come prescrizione il mero rispetto dei limiti tabellari del testo unico ambientale ( d.lgs 152/99).

Si poteva e si doveva imporre limiti più severi, e soprattutto, si doveva e si deve mettere in discussione la combustione a carbone e olio combustibile, anche in considerazione che i due gruppi a metano esistenti nell'attuale impianto vengono utilizzati pochissimo (1104 e 1344 ore/ anno contro i 6717 del gruppo a carbone - dati Enel reattivi all'esercizio 2010).
Così come si dovevano portare elementi maggiori dal punto di vista delle indagini epidemiologiche e sanitarie anche in merito al potere del Sindaco come massima autorità sanitaria cittadina, potere che in tutta questa vicenda non è stato esercitato sino in fondo dal primo cittadino spezzino.

Legambiente ritiene quindi che l'unica soluzione proponibile per il territorio spezzino sia quella di una gestione della centrale che porti in tempi certi alla chiusura del gruppo a carbone ed all'uso più consistente dei due gruppi a metano esistenti.

Per questo l'AIA dovrebbe essere limitata ad un periodo transitorio di 3 anni durante i quali il combustibile principale dovrà essere il metano ed i limiti di concentrazioni delle emissioni già da subito adeguati a quanto prescritto dalla direttiva europea ( e che entreranno in vigore nel 2016) anticipando una consistente riduzione dell'inquinamento, anche al di sotto di queste nuove soglie.
Al termine di questo periodo il gruppo a carbone dovrà essere chiuso e la centrale dovrà funzionare solo a metano.

Queste sono le osservazione e le proposte che Legambiente ha fatto alla Conferenza dei Servizi, augurandosi che sano accolte in nome della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.

Stefano Ciafani
Vice Presidente Nazionale Legambiente

Stefano Sarti
Vice Presidente Legambiente Liguria

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