Poi il Sig. Ghirlanda cita i famigerati 1.500.000 di m3, mai pubblicamente dichiarati, di presunto sovralluvionamento da studio Idrodata, ma la domanda da porci è: sovralluvionamento rispetto a cosa: ai dati del 2008? Del 2000? Del 1990? Del 1982? Oppure del 1954, quando il fiume non era stato ancora vittima delle spaventose escavazione che ne abbassarono il livello dell'alveo fino a 14 m. al di sotto dello stesso? Per capire se è vero sovralluvionamento bisogna fare le giuste comparazioni.
Poi in ogni caso si parla di sedimentazione localizzata a monte di Sarzana, laddove si trova un sistema di briglie nato per contrastare la spaventosa "erosione regressiva" che ha colpito quel tratto di fiume al termine delle escavazioni nella parte ligure del bacino nel 1982. A valle di Sarzana, sempre da dichiarazioni pubbliche del 18 Aprile, prevale l'erosione, visto che l'alveo continua ad essere in abbassamento anche rispetto alla fine delle escavazioni.
Quindi, la soluzione più logica nel tratto a monte è l'escavazione, impropriamente chiamata dragaggio, oppure la rimozione o la semplice apertura delle briglie per consentire al sedimento di scendere? Logica preferirebbe la seconda soluzione, visto che in quel modo i sedimenti scivolerebbero a valle dove pare ce ne sarebbe invece bisogno.
A parte il fatto che a monte di Sarzana vi sono comunque anche zone sicuramente ancora in erosione, come quella in cui sono messi a rischio i tralicci ENEL che attraversano il fiume o viene messa allo scoperto una discarica abusiva degli anni '60 – '70'.
Ghirlanda poi omette di dire, molto furbescamente, che i rilievi di Idrodata che tanto magnifica, a valle della stessa Sarzana, evidenziano ben 500.000 metri cubi non di sovralluvionamento, ma di erosione, e quindi se dobbiamo dare seguito alle argomentazioni di Ghirlanda, logica vorrebbe che si bloccasse il dragaggio dove erode, perciò nel tratto navigabile, cosa che nemmeno noi ci sognamo di sostenere (in questo modo non si bloccherebbe anche l'attività nautica?).
Insomma il problema è complesso, ma il Sig. Ghirlanda propone una soluzione secca e semplicistica, che porterebbero secondo noi più danno che beneficio.
Riguardo poi al Ministro Orlando, c'è da dire che, in base a quanto da Lui dichiarato pubblicamente alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, riguardo alla necessità di rinaturalizzare i fiumi, ci auguriamo che cominci a ricredersi rispetto all'infelice documento firmato in campagna elettorale ai cinque Comitati rappresentati dal Sig. Ghirlanda.
In conclusione, vogliamo dire che siamo d'accordo col Sig. Ghirlanda riguardo all'esigenza di far presto a riaprire il ponte della Colombiera: i disagi creati a popolazione e Commercianti dall'assenza del ponte devono cessare al più presto.
Il Vicepresidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti
Il Presidente del Circolo "Valdimagra" di Legambiente Alessandro Poletti