Si è svolta ieri la annuale assemblea ordinaria dell'Ordine delle professioni infermieristiche-OPI della Spezia, nella sede di via Taviani, nel rispetto delle norme anticovid (rilievo temperatura, gel disinfettanti, mascherine e posizionamento adeguato agli ambienti).
Prevista per il 27 marzo e rinviata per l'allora emergenza in atto, l'Ordine non ha solo sottoposto agli iscritti convenuti il bilancio, approvato alla unanimità; ma ha premiato gli infermieri che a fine 2019 hanno salutato il nuovo Codice deontologico varato dalla Federazione nazionale FNOPI con un racconto a tema, che riguardasse aspetti etici dell'assistenza, per cinque diverse categorie di appartenenza: Sanità pubblica, privata, libera professione, militare e studenti del corso di laurea.
Per spiegare al meglio il tema affrontato, un esempio è quello che ha descritto una piccola equipe del blocco operatorio spezzino, composta dagli infermieri esperti Donatella Riccio, Marco Di Mattia e Gianni Bertoldi.
Questi infermieri hanno descritto le sensazioni che un team vive nel momento del prelievo di organi, quando cioè un paziente entra in sala operatoria, ormai constatata la sua morte cerebrale, per un atto fondamentale ai fini della donazione.
Quello che sembra un atto ormai solo tecnico viene invece vissuto, dal personale, come un qualcosa che investe in profondità le emozioni dei tanti presenti. Questa persona viene trattata con enorme rispetto anche etico, morale: di fatto ormai deceduto, l'individuo ha scelto di assicurare la qualità della vita, o la vita stessa, nei confronti di altre persone sconosciute, ignote, che di norma vivono in altre città ed infatti anche il team che poi porterà via gli organi prelevati proviene da altre Regioni (inserite, come nel caso del S. Andrea spezzino, nella rete del NIT- North Italian Transplant, che ha sede a Milano, presso il Niguarda), team che collaborano con i nostri infermieri ''locali''.
Si tratta dunque di un caso molto chiaro di sostegno delle solidarietà, tema presente nel Codice deontologico, un aspetto che appartiene con forza alle professioni sanitarie.
Gli altri elaborati premiati sono quello di Francesca Marcelletti, collega in servizio presso la Breast Unit a Carrara, che descrive il caso di una assistita molto fragile; vicenda analoga a quella raccontata da Sara Carrodano, oggi in prima linea al pronto soccorso spezzino e che descrive una storia di quando lavorava in RSA; Sabrina Tommasi è stata premiata per un ottimo lavoro sulle questioni deontologiche ma è, allo stesso tempo, una delle colleghe che ha sostenuto l'attività del camper solidale che, col Tavolo delle Povertà, ha aiutato molti emarginati nella nostra città nei mesi scorsi, fino al momento del Covid (sono tanti gli infermieri che hanno aderito a questo straordinario progetto, e saranno ricordati più avanti).
Infine, con soddisfazione l'OPI ha visto un alto numero di elaborati presentato dagli studenti del corso di laurea in infermieristica; fra questi il migliore è risultato quello di Chiara Tasso (in foto), in base alle valutazioni della giuria che ha visto il contributo del collega veneto Marco Contro, presidente di OPI Rovigo e del coordinamento OPI della Regione Veneto.
Alcuni dei vincitori hanno devoluto la cifra assegnata (da 100 a 250 euro) al Fondo di solidarietà per gli infermieri colpiti o uccisi dal Covid di FNOPI : ''noi con gli infermieri''.
Da qui a fine anno, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, gli ordini delle professioni sanitarie dovranno organizzare le elezioni di rinnovo degli organi di gestione e con questa comunicazione l'assemblea si è chiusa, non prima della distribuzione di un dono speciale, a cura di una multinazionale della cosmesi, che ha spedito a tutti gli OPI italiani un grande quantitativo di creme per mani, a sostegno della azione degli infermieri durante il Covid: il gesto, graditissimo, vede il riconoscimento per un impegno sempre esistente che, ben oltre la (errata) retorica degli ''eroi'', questa grande industria ha facilmente riconosciuto.
Ci auguriamo accada lo stesso anche con tutti coloro che a vario titolo siedono dove si prendono le decisioni in materia di assunzioni, di dotazioni organiche, di riconoscimenti contrattuali moderni, per avere il rispetto che questi professionisti meritano, considerati non tanto i rischi che affrontano (noti al momento della scelta professionale) ma la responsabilità che grava su questa attività, e sulla qualità delle cure per l'utenza, da assicurare senza inutili rischi aggiuntivi.
L'OPI spezzino infine esprime la propria solidarietà a quei colleghi che, per quei settori della Sanità privata che attendono il rinnovo del contratto da 14 anni, hanno visto ieri rinviare ancora una decisione al riguardo: gli Ordini non firmano contratti, ma sostengono in ogni sede possibile la professionalità dei propri iscritti.