Come FIOM riteniamo che l'emergenza non possa essere la scusa per eludere complessivamente il confronto sindacale su temi di vitale importanza per le lavoratrici e per i lavoratori che operano nei cantieri e nelle sedi di Fincantieri.
In queste giornate difficili per tutti, in particolar modo per i lavoratori, Fincantieri ha deciso invece di procedere unilateralmente o peggio, ha effettuato deroghe al CCNL come nel caso degli orari di lavoro, ricercando accordi separati con una sola parte delle RSU.
Il protocollo del 24 aprile u.s., allegato al DPCM, non prevede la possibilità di sottoscrivere intese separate. Queste, oltre a non essere conformi alle norme, hanno significato in concreto scaricare la gestione della crisi sui lavoratori mettendo a dura prova l'organizzazione familiare e il salario. Questo è inaccettabile per la FIOM.
Per queste ragioni come FIOM abbiamo deciso di non sottoscrivere un accordo che non risolve i numerosi problemi aperti, specificando che non è in discussione il ricorso agli ammortizzatori sociali quando questo è necessario, ma che è inaccettabile il sistema di relazioni sindacali messo in atto dall'azienda. Su questioni di fondamentale importanza vanno infatti ricercate soluzioni condivise in grado di tutelare realmente i lavoratori.
Come FIOM pensiamo che sia necessario modificare alcune scelte aziendali:
- Welfare: è assurdo che l'azienda si limiti a spostare in avanti le date di fruizione, visto che con il lockdown sarà impossibile “spendere” il welfare nei prossimi mesi.
Abbiamo richiesto invece la possibilità di monetizzare il welfare, su base volontaria, per integrare le buste paga su cui impatta la Cig. - Appalti. Crediamo sia fondamentale verificare il ricorso agli appalti, per ripartire con il piede giusto ed evitare di affidare il lavoro ad aziende che nel passato hanno già dato prova di non rispettare i diritti dei lavoratori e che possono dar vita a una organizzazione del lavoro che rischia di compromettere la salute dei lavoratori che complessivamente operano nei cantieri.
- Smart Working: va disciplinato il ricorso al lavoro agile che oggi è a totale discrezione dell'azienda, sia per l'individuazione della platea dei lavoratori coinvolti (attualmente senza alcun criterio di rotazione), sia per la mancata previsione di alcuna normativa specifica (diritto alla disconnessione, ergonomia, salute e sicurezza, eventuali rimborsi per l'utilizzo delle risorse private).
Saremo in grado di uscire da questa crisi soltanto se si terranno realmente in considerazione i bisogni di chi opera nei cantieri e nelle sedi, evitando quindi soluzioni unilaterali o inutili scorciatoie. Per questo, come FIOM, ci attiveremo a tutti i livelli per ripristinare le corrette ed opportune relazioni sindacali.