"Veniamo da una sconfitta, quella di Bari, in cui la squadra, nel primo tempo, si è dimostrata non pronta atleticamente a combattere; l'errore è stato mio che pensavo si potesse sopperire a questo con un maggior tasso tecnico, ma così non è stato; la riprova è arrivata nella ripresa quando, con giocatori più pronti fisicamente, abbiamo giocato molto meglio. Sapevo che, inserendo dal primo minuto Garofalo e Madonna alti, i ragazzi inconsciamente avrebbero pensato che sarebbe bastato il pari ed invece io gioco per vincere. Non mi capita quasi mai di rinnegare le scelte iniziali, questo è uno di quei casi. Non temo assolutamente che quello capitato a Bari possa ripetersi, anche perché qui ci sono molti giocatori esperti che sanno come comportarsi in certi situazioni. Temo invece la partita con la Virtus Lanciano ed in particolare temo la fretta; la foga di voler chiudere subito una partita che può essere decisiva per raggiungere il nostro obiettivo primario, la salvezza matematica. Gli abruzzesi sono una compagine organizzata e preparata, in corsa per la salvezza ed abituata a lottare; forse pecca un po' in fase di costruzione, ma che sa chiudersi molto bene e ha nella ripartenza la sua arma migliore. Noi siamo consapevoli che vincere vorrebbe dire sistemare tutto, per la squadra, per i tifosi, che vivrebbero meglio le ultime due giornate e per la Società che avrebbe l'opportunità di cominciare a costruire il futuro. Con me? Non ho mai nascosto che rimarrei volentieri, ma non voglio sponsorizzarmi; io sarò il tecnico di questa squadra fino a giugno, poi starà alla Società fare le opportune valutazioni. Se lo Spezia crede in me deve tenermi, al di là dei risultati, se non ci crede non deve farlo; è un errore diffuso nel calcio moderno quello di prendere allenatori in cui non si crede pienamente e poi mandarli via dopo poche giornate; è una cosa che non capisco, perché se credi in qualcuno, lo fai fino alla morte, altrimenti non ha senso sceglierlo"
Che Spezia sarà?
"La squadra ha dimostrato in settimana di stare bene; anche nelle scelte non bisognerà avere fretta, ma valutare tutto per bene. A Piacenza, nella sfida decisiva per la A giocata a Cosenza, feci giocare un ragazzo, Simonini, che giocava raramente e lui segno il gol della promozione; ci si ricorda solo di lui. Di certo farò le mie valutazioni fino all'ultimo come sempre; valuterò le condizioni di Piccini e del suo affaticamento, di Goian che ha avuto un fastidio alla schiena. La cosa che invece mi fa felice è che finalmente avrò un Marco Sansovini sano; è un giocatore eccezionale che anche quando non stava bene, ha sempre voluto dare il suo contributo, ma che quando è a posto fa la differenza"
La chiusura del tecnico bresciano è extra-calcistica
"Non capisco perché nel calcio, come nella vita di tutti i giorni, se sbagli vai via, mentre in politica si vedono sempre le stesse facce nonostante i casini che sono stati fatti negli ultimi 25 anni e più. C'è un grande disinnamoramento verso la politica e lo dice uno che ha vissuto il 68' in prima persona; ero a Brescia il 28 maggio del '74, il giorno dell'attentato in Piazza della Loggia e il ricordo della gente insanguinata, le grida, mi fanno ancora venire i brividi. Ma non solo quello il ricordo, sono tanti. Siamo stati noi italiani ad aver permesso ai politici di credere che avrebbero potuto fare di tutto e così è stato".