"Ho atteso un giorno prima di scrivere un pensiero su Attilio Ferrero perché quando si perde un punto di riferimento della propria vita, pubblica e privata, credo sia necessario un momento di riflessione non solo sulla persona ma anche sui modi e sui tempi che sono cambiati negli ultimi decenni, a costo di trattenersi dall'impulso di gettarsi immediatamente nella scrittura.
Non sta a me ricordare la biografia di Attilio, perché credo che la sua testimonianza di vita, personale, lavorativa e sociale sia stata talmente limpida che tutti nella nostra Città hanno un chiaro ricordo di quest'uomo elegante, garbato e poliedrico.
Quello che su cui vorrei porre l'accento, invece, è il modo in cui Attilio ha condotto la sua vita, una vita esemplare a trecentosessanta gradi.
Ferrero è stato un uomo di altri tempi, un uomo che leggeva il presente attraverso le lenti dei classici del pensiero e lo interpretava perseguendo con impegno il bene comune attraverso il suo lavoro nella cosa pubblica.
Lavorare per la "cosa pubblica" – è questo per me il suo lascito – non significa impegnarsi soltanto nel perimetro esclusivo della politica: significa dedicarsi agli altri in uno spazio che si estende al mondo del sociale, del sindacato, della cultura. Mondi che non devono essere guardati e vissuti come universi paralleli ma per i quali bisogna impegnarsi nella costruzione di ponti di partecipazione comune.
Ecco come si spiega il suo cursus honorum nella pubblica amministrazione, la grande attenzione alla sanità che lo ha portato a fondare il comitato per il nuovo ospedale alla Spezia, la passione per l'associazionismo e soprattutto per la cultura non come mero orpello, ma come motore di sviluppo sostenibile per la società, prova ne siano l'impegno nella Società Dante Alighieri e nella Società dei Concerti.
Ferrero è stato un uomo di altri tempi e li ha visti trasformarsi in tempi in cui, per utilizzare una metafora automobilistica, si accelera su tutto: sul pensiero, sul linguaggio, sull'azione.
Abbiamo dimenticato l'importanza della frizione, di quello strumento meccanico che permette di modulare la velocità dolcemente, accompagnando il cambiamento.
Seguendo l'esempio di Ferrero, uomo della mediazione, credo che dovremmo fare nostro il suo metodo riscoprendolo di grande valore per misurare la società che ci aspetta.
Alla sua famiglia, al figlio, alla nuora e ai quattro nipoti va il mio più sincero cordoglio per la vostra perdita".
Il Sindaco della Spezia
Pierluigi Peracchini