Lo Spezia arriva alla seconda sosta per le nazionali con l'umore alle stelle. Terzo posto consolidato in campionato, più 6 sul Cesena e ancora imbattuta in stagione. L'incredibile cammino di questo gruppo è sicuramente merito di tutto il gruppo ma mister D'Angelo merita di certo una menzione d'onore.
Si perchè sin dal suo arrivo, ormai un anno fa, ha rivitalizzato e rivalutato una rosa che ha rischiato il doppio salto all'indietro dalla A alla C. In 12 mesi ha saputo trasformare i fischi in applausi e giocatori sfiduciati in calciatori che osano e che scendono in campo consapevoli del compito che dovranno portare a termine nonostante le difficoltà.
Il segreto, però, viene da un particolare specifico. Si tratta, infatti, di uno Spezia 'camaleontico' che cambia di partita in partita nei suoi interpreti adattandosi ai punti di forza dell'avversario. D'Angelo non schiera mai lo stesso undici la giornata successiva e, attraverso un punto fisso, il modulo, ne viene fuori uno Spezia più difensivo e riflessivo, che sa giocare in ripartenza o uno Spezia più aggressivo sin da subito e votato all'attacco. A beneficiare di questa capacità di metamorfosi ne è tutto il gruppo: tutti i calciatori hanno avuto le proprie possibilità e nessun volto scontento al fischio finale. I calciatori sanno che 90' in panchina possono essere 90' in campo nella successiva e questo porta a una sana competizione che sfocia in un miglioramento del singolo e del gruppo.
D'Angerlo ha studiato la Juve Stabia, ha chiesto ai suoi di essere accorti di fronte a una squadra insidiosa e che vuole fare la partita e la pazienza ha portato a sfruttare le poche occasioni concesse dai padroni di casa. Li dove sono inciampate Sassuolo (2-2) e Pisa (2-0), lo Spezia non cade nel tranello e salta sul treno delle capoliste.