Alla fine è un pareggio che lascia l'amaro in bocca, anche se prima del fischio d'inizio un punto contro la Dea era considerato d'oro. In campo la squadra di Gasperini ha dimostrato tutta la sua solidità, possesso palla, geometrie e fisicità ma diciamo le cose come stanno: l'Atalanta si puo' permettere di tenere in panchina giocatori come Muriel, Hojlund che subentrato ha messo in grossa difficoltà Kiwior, Malinovskij e compagni, lo Spezia - con tutto il rispetto - uscito Nzola si è ritrovata dimezzata, se poi qualcuno si offende se diciamo che Kovalenko e Maldini non sono da gare di questa intensità pazienza.
Una cosa è certa: sul 2 a 0 lo Spezia cominciava a crederci, sul 3 a 0 ancora di più, peccato che il gol di Ampadu - tra i migliori in campo - sia stato annullato dal Var, e peccato anche che Nzola fino a quando è rimasto in campo si sia letteralmente mangiato almeno uno dei due palloni gol capitati a metà ripresa.
La Dea ha preso coraggio alla mezzora della ripresa, provando e riuscendo a schiacciare lo Spezia, affaticato in alcuni elementi-chiave, sul primo gol del fenomeno danese del 2003 qualche incertezza in marcatura di Kiwior, sul secondo gol al 92' di Pasalic - bestia nera delle Aquile - altre incertezze difensive ma oggi nulla si può rimproverare ai giocatori in campo, esclusi Kovalenko mollo come al solito e in parte Maldini, autore di una bellissima girata di poco alta ma apparso anche svogliato sui recuperi difensivi.
Torniamo all'inizio: un punto contro l'Atalanta è comunque un buon risultato, davanti al Picco sempre più fortino, che dovrà confermarsi amuleto già domenica contro l'ostico Lecce, impegnato questo pomeriggio contro la Lazio.
