I Mille di (piazza) Garibaldi arrotolano le bandiere bianconere e risalgono sugli autobus per il rientro notturno a Spezia. La montagna di San Siro si è rivelata troppo alta da scalare.
A tratti l’undici di mister Gotti è riuscito a tirare su la testa e, a sprazzi, ma molto a sprazzi, ha fatto vedere qualche triangolazione ragionata: troppo poco, però, contro questa Inter di campioni. E, diciamola tutta, con troppe imprecisioni soprattutto sulla trequarti e quelle poche volte che riuscivamo ad avvicinarci all’area difesa da Handanovic. E forse con un atteggiamento troppo impaurito e timido.
Già a inizio partita sapevamo che sarebbe stata dura, molto dura. Quando poi le squadre si sono sistemate in campo per il fischio di inizio, avevamo avuto un tuffo al cuore osservando che, della ventina di fotografi accreditati, solo tre di loro si erano posizionati sotto la porta nerazzurra: tutti gli altri dietro il nostro Dragowski, nell’alta probabilità che proprio lì avrebbero avuto occasioni di immortalare la rete gonfiarsi.
E così è stato per tre volte, togliendoci così dalla effimera sensazione di essere stati, anche solo per una giornata, in testa alla classifica di serie A.
Adesso si torna a casa, si cancella questo brutto ricordo di San Siro ma senza far tesoro dei limiti dimostrati e degli errori commessi. Sabato ci aspetta al Picco il Sassuolo: ora pensiamo solo a ritrovare gioco e grinta.
Fino a quando ci saranno questi tifosi che anche nel grande catino di San Siro sono riusciti a farsi sentire e a sventolare le loro bandiere, lo Spezia giocherà sempre in dodici uomini!