Ecco allora il racconto di un anno straordinario per la squadra bianco-nera, i tifosi, per la città e la sua storia affidato a due firme note, lo scrittore Marco Ferrari e il giornalista Armando Napoletano. Il primo con la sua rubrica su Repubblica intitolata “SpeziAlmente” e il secondo con i suoi resoconti sul Secolo XIX narrano questa impresa, il racconto di una prima, grande stagione da conservare nella memoria sportiva e un libro da acquistare per mettere in libreria la storia (“Spezia in paradiso. La prima volta in serie A fra pandemia e poesia”, Galata edizioni, 96 pagine, 12,90 euro9.
Il libro segue passo dopo passo la prima stagione nella massima serie degli aquilotti, dall’esordio vincente a Udine con la doppietta di Galabinov alla vittoria contro il Torino il 15 maggio 2021 che ha dato la certezza della permanenza in serie A sino all’ultimo match contro la Roma. Una annata che ha portato le aquile a essere una piacevole sorpresa non solo contro le dirette concorrenti alla salvezza ma anche contro i grandi club come testimoniato dalla vittoria contro il Milan. Il volume è in vendita in tutte le librerie della Spezia e anche in edicola su ordinazione.
Marco Ferrari, giornalista e scrittore spezzino ha esordito nella narrativa nel 1988 con il romanzo Tirreno (Editori Riuniti), a cui hanno fatto seguito: I sogni di Tristan, Alla rivoluzione sulla Due Cavalli, Grand Hotel Oceano e Ti ricordi Glauber per Sellerio; La vera storia del mitico undici per Ponte alle Grazie; Cuore Atlantico e Morire a Clipperton per Mursia; Le nuvole di Timor per Cavallo di Ferro; Sirenate per Il Melangolo, Un tango per il duce per Voland; Rosalia Montmasson: l’angelo dei Mille per Mondadori. Con Arrigo Petacco ha firmato Ho sparato a Garibaldi e Caporetto per Mondadori. Per Laterza è autore di Mare verticale. Dalle Cinque Terre a Bocca di Magra, L' incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due volte e Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol. Dal romanzo Alla rivoluzione sulla Due Cavalli ha tratto la sceneggiatura dell’omonimo film che ha vinto il Pardo d’Oro al Festival di Locarno 2001.
Armando Napoletano, giornalista del Secolo XIX e collaboratore di Tuttosport, è nato a Chivasso, nelle nebbie torinesi, il 30 settembre del 1961. Il giorno dopo, quasi per festeggiare, andarono in onda cinque derby in contemporanea in A: Milan-Inter 3-1, Juventus-Torino 0-1, Venezia-Udinese 2-1, Lecco-Atalanta 0-1 e Spal-Bologna 1-2. Jimmy Greaves esagerò con i festeggiamenti ed andò a dormire alle 24, ma segnò lo stesso. Tifava Torino, non perdendosi un allenamento pomeridiano al Filadelfia; quando il padre, juventino puro, lo portava ogni mattina ai campi Combi. È cresciuto tra i campetti improvvisati di Corso Sebastopoli e Corso Filadelfia a Torino, e l’Oratorio Salesiano del Don Bosco alla Spezia. Fu centravanti. Amava Gianni Bui, ma gli dissero che non avrebbe mai vinto nulla, così si comprò una maglia di Gianni Rivera ed iniziò a sostenere il Milan. Ama Johan Cruijff, George Best, Galeano e Soriano, Woody Allen e George Harrison, l’atletica leggera, Brendan Foster e Sebastian Coe. Doveva fare il farmacista, anche in quel caso gli dissero non avrebbe vinto nulla. Scelse il giornalismo, ma per la pagnotta fa anche l’assicuratore.
È membro dell’Ussi ligure ed è stato Consigliere a Roma dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.