Al Picco arriva stasera il momento della contestazione. Lo Spezia gioca la partita sicuramente più brutta targata Thiago Motta, ma alla fine i giocatori invece che andare sotto la Ferrovia preferiscono sfilare mogi, a testa bassa, infilandosi negli spogliatoi. Quello che era nell'aria - cori ripetuti durante la gara - puntualmente avviene: tifosi ai cancelli di via dei Pioppi, alcune centinaia tenuti sotto controllo non senza fatica dalle forze dell'ordine.
Chiedono e ottengono di parlare con la squadra, ma solo dopo un'ora dalla fine dell'incontro si presentano al cancellone pedonale i due giocatori-simbolo ovvero Maggiore e Bastoni, dietro di loro Motta, Pecini e via via tutta la rosa si ferma ad ascoltare le giuste ragioni dei tifosi. Che ribadiscono il concetto: la squadra può anche perderle tutte, non è quello il problema, ma lo deve fare con dignità, con coraggio, tirando fuori attributi rimasti anche stasera misteriosamente nascosti.
E devono accettare - mister e giocatori - di ricevere dalla curva non solo gli applausi se vincono ma anche i rimbrotti se perdono, specie nella maniera incolore e insapore di questa serata di Coppa che difficilmente dimenticheranno. Sarebbe bastato fermarsi sotto la Ferrovia pochi minuti per evitare l'assedio finale, ma evidentemente nessuno dello staff ha avuto la prontezza di riflessi di capirlo in tempo.