A dodici giornate dal termine del campionato di serie A la situazione in classifica delle Aquile non lascia tranquilli rispetto all'obiettivo salvezza, per una serie di motivi che devono essere analizzati.
A cominciare dalla mancanza di esperienza in massima serie, ovvia per una neopromossa assoluta come lo Spezia ma altrettanto determinante rispetto alle strategie tecnico-tattiche, per dirla alla Capello, da adottare contro avversari sicuramente più scafati ed esperti delle Aquile.
E' giusto ma non basta considerare le prossime 12 sfide altrettante finali, la bravura di Italiano dovrà essere quella di mettere a punto per ciascuna di esse il miglior undici possibile in virtù delle qualità degli avversari, del calendario ravvicinato, dello stato di forma dei propri giocatori.
Dalla sfida dominata (con una mostruosa differenza nel possesso palla) ma non vinta con il Benevento, Italiano avrà ricavato sicuramente alcune importanti indicazioni, a partire dalla difesa: con Terzi in regia difensiva si rischiano ripartenze in velocità, malgrado l'esperienza e la qualità tecnica del capitano in mezzo meglio Erlic o Chabot con Ismajli, il rientro di Ferrer non sembra aver risolto il problema in quel ruolo, ma diamo tempo allo spagnolo di ritornare in condizione non solo fisica ma anche di approccio mentale, perché ieri sembrava impaurito con la palla tra i piedi e non doveva marcare fenomeni. Un po' giù di tono è apparso invece Bastoni, ma da quella parte la staffetta con Marchizza - ieri migliorato rispetto alle ultime - può solo far bene ai due laterali.
A centrocampo - forse - tra Leo Sena e Ricci uno è di troppo: servono le energie di Maggiore, Estevez e magari Pobega per sostenere il perno centrale, che il brasiliano ha dimostrato di poter fare in alternativa a Ricci o allo stesso Agoumé.
Anche in attacco sono arrivate delle risposte dal Picco: a questo punto della stagione la condizione di Farias e Galabinov dovrebbe essere più o meno al top, invece i due attaccanti continuano a arrancare sul pallone, incidendo quasi nulla nell'economia del gioco di Italiano. Meglio di loro di sicuro ha fatto Verde almeno nella ripresa, mostrando vivacità e fiuto in zona gol. Gyasi giocatore ovunque, anche ieri ha messo lo zampino nel gol: anche se non ha la caratura del bomber, di sicuro a sinistra vale due Farias.
E Nzola? Da capire se il gap del francese sia più fisico o mentale, la reazione nervosa al cambio nel secondo tempo ha dimostrato che il giocatore non è affatto tranquillo, ma Italiano lo conosce bene e troverà il modo per farlo tornare il giocatore decisivo del girone di andata, almeno si spera per il bene della squadra.
Anche perché a dodici giornate dalla fine - in attesa degli esiti di oggi delle sfide Crotone-Torino, Fiorentina-Parma e Sampdoria-Cagliari - per raggiungere la fatidica quanto ipotetica soglia salvezza a 38-40 punti lo Spezia deve mettere nel sacco dai 12 ai 14 punti con 6 gare in trasferta e altrettante al Picco, per quel poco che vale il fattore casalingo con gli stadi vuoti.
Ovvero basterebbero due o tre vittorie e qualche pareggio per sfangarla, ma gli avversari sono tutti davvero ostici: in trasferta si parte venerdì da Bergamo con l'Atalanta - si spera concentrata sulla Champions - a seguire la Lazio, il Bologna, il Genoa, il Verona e la Sampdoria, mentre al Picco sono in programma Cagliari, Crotone, Inter, Napoli e le ultime due consecutive contro Torino e Roma.