Ore decisive per il futuro dello Spezia? Ogni dubbio è legittimo dopo le notizie uscite su numerosi media nazionali, in primis nella trasmissione condotta da Di Marzio su Sky già da sabato sera, con l’aggiornamento rispetto alla presenza di una cordata canadese che avrebbe addirittura rilanciato a 35 milioni di euro rispetto all’offerta ad oggi avallata dal gruppo americano ALK attorno ai 20 milioni di euro.
A infastidire non poco la piazza del tifo spezzino e non solo c’è il muro di silenzio eretto da Fiorani, deus ex machina delle operazioni strategiche del pianeta Volpi nella sua qualità di amministratore delegato della holding Orlean Invest, un “no comment” non più giustificato dopo i tanti rumors non smentiti, un silenzio assordante anche per gli stessi dipendenti dello Spezia Calcio, giustamente desiderosi di conoscere quale sarà il loro destino lavorativo.
E quale sarà anche la sorte del Ferdeghini Intels, struttura scorporata dalla società aquilotta dal 2020 e acquisita alla Ten Sport Entertainment srl che può contare su due campi a 11 e due a 7, una palestra, 8 spogliatoi, infermeria, magazzini, uffici, sale riunioni, sala stampa, bar, ristorante, parcheggi e un piccolo parco: a quanto sembra la struttura di eccellenza per il settore giovanile non sarebbe compresa nella trattativa americana.
Senza parlare del silenzio nei confronti del Comune e del sindaco-tifoso Pierluigi Peracchini: malgrado la trattativa sull’ampliamento del Picco sia ferma da tempo, nel frattempo il Comune ha messo a bilancio un milioncino circa per le spese di adeguamento straordinario richieste dalla Lega, solo per quello se non per rispetto delle istituzioni da Recco una telefonata poteva anche essere fatta dal patron al sindaco, ma fino a ieri questo non è accaduto.
A Follo per il secondo giorno consecutivo si sono ritrovati una ventina di tifosi, con striscioni e bengala, per contestare il mercato nullo di riparazione condotto dal Ds Meluso, in tandem con Maurizio Felugo e uno Stefano Chisoli sempre più defilato - evidentemente costretto a gestire – come lo definiscono scherzosamente alla spezzina i supporter - un “progetto boleta” evidentemente inadeguato per la serie A.
Se divorzio sarà tra Volpi e lo Spezia avverrà dunque senza il degno coronamento a 12 anni di impegno economico e sportivo in grado di portare lo Spezia dalla D alla A, non certo per volontà del patron ma per il modus operandi del suo management, evidentemente non troppo avvezzo ai sentimenti e alle passioni che animano i tifosi di ogni squadra.
Sul fronte degli acquirenti si sa poco della cordata canadese, che forse ha un po' colto di sorpresa lo stesso Fiorani, mentre l’estrema visibilità mediatica di Alan Pace ha consentito di delineare al meglio un profilo tutto sommato interessante.
La società ALK Capital - proprietaria da dicembre 2020 dell’84% del capitale del Burnley, compagine di Premier League per un controvalore di oltre 100 milioni di euro – subentrerebbe con il 90% delle quote nella Stinchting Social Sport, proprietaria del club aquilotto attraverso una politica finanziaria di indebitamento utilizzando a prestito capitali dello stesso club (tra cui i ricchi diritti televisivi inglesi) sia della MSD Uk Holding, finanziaria di proprietà di Michael Dell dell’omonimo gigante dell’informatica. Si tratta ovviamente di speculatori ma con ottime referenze nel campo dello sport, dall’ NBA al Soccer made in Usa, orientati allo scoutng, alla tecnologia e alle plusvalenze derivanti dalla scoperta di giovani talenti in tutto il mondo, con un planning di investimenti di 3-5 anni.
A questo punto non resta che aspettare le firme e l’ufficialità del trapasso.
