Un pareggio d'oro quello conquistato dallo Spezia oggi contro la titolata Atalanta: le Aquile lasciano il Manuzzi con un altro pari dopo quello contro la Viola, oggi più che mai frutto di una grande organizzazione di gioco oltre che di una grande cuore messo in campo da tutti i giocatori di mister Italiano, nessuno escluso.
Ancora una volta da incorniciare la fase difensiva che ha coinvolto difesa, mediana e attacco: il recupero di Gyasi al 95' sull'arrivo di Gosens ne è l'esempio emblematico.
Meno brillante del solito la fase di costruzione offensiva, vuoi per il valore dell'avversario che ha costretto la mediana ad una continua copertura, vuoi per la qualità tecnica del collaudato reparto difensivo atalantino, ma è comunque mancata un briciolo di cattiveria e potenza in più nelle conclusioni, ci riferiamo in particolare a Gyasi e Nzola che hanno avuto l'occasione e lo spazio per calciare in porta.
Ovviamente un punto contro l'Atalanta vale tanto oro quanto pesa, anche perché la squadra del Gasp ha sprecato molto nella ripresa, almeno due occasioni da gol sprecate da Pasalic, un paio di miracoli di Provedel, alla fine il tecnico nerazzurro infuriato per un rigore negato, ma alla fine il pari ci sta perché lo Spezia con il suo entusiasmo è riuscita a giocarsela alla pari, ripartendo molte volte e sprecando anche un paio di buone occasioni.
Una cosa è certa: lo Spezia sta interpretando al meglio il ruolo di neo promossa, non certo squadra materasso ma compagine piena di idee in grado di compensare alcune evidenti difficoltà soprattutto in fase realizzativa.