Finisce 3- 0 la sfida tra Milan e Spezia alla Scala del Calcio del Meazza di San Siro, sconfitta maturata tutta nella ripresa, a dimostrazione della mancanza di autonomia mentale e atletica della squadra di Italiano.
A San Siro lo Spezia resta in partita 60' come all'esordio contro il Sassuolo. Dopo il primo gol del Milan – al 67' è Leao ad aprire le marcature su calcio di punizione battuto da Calhanoglu - la squadra di Italiano si disunisce, si allunga, cala la concentrazione e i cambi operati dal mister nella ripresa non aiutano certo a mantenere alta lucidità e concentrazione.
Dopo il primo tempo si cominciava a pensare seriamente ad un (fino a quel momento meritato) pareggio, ma nella ripresa è salito di ritmo l'undici di Pioli, e lo Spezia accusa il divario tecnico al quale non riesce più a contrapporre l'organizzazione di gioco sfoderata nei primi 60'
Il secondo e terzo gol arrivano in serie, il primo innescato dalla manifesta incapacità di difendere di Agudelo, peraltro autore di una pericolosa conclusione al 65' sventata da Donnarumma in corner,che spiana la strada a Hernandez che arriva come un missile al tiro da fuori area, il terzo con Leao – doppietta per lui - che sfrutta un altro black-out difensivo, poi ci mette una toppa Rafael che dimostra le sue attitudini ma niente può contro il dilagare degli attacchi milanisti nelle tre azioni dei gol.
Una sconfitta a San Siro contro il Milan ci può stare eccome, non si fanno drammi ma solo osservazioni, per una gara che forse poteva alla fine fruttare un prezioso punticino e invece lascia lo Spezia a bocca asciutta e, quel che è peggio, senza Galabinov infortunato.
Non serviva certo l'episodio di oggi per ricordarsi quanto sia fragile – malgrado la potenza fisica – lo stato di forma atletica del bulgaro, che vuoi per l'età vuoi per i problemi alle articolazioni non può davvero reggere con continuità il ritmo del campionato, di serie A così come di qualsiasi altra serie.
Bravo il piccolo Piccoli a subentrargli senza paura, ma dare al 2001 in prestito dall'Atalanta la responsabilità dell'attacco vuol dire se non bruciarlo senza dubbio pretendere troppo.