"Il fenomeno di inaudita violenza accaduto ieri su un autobus della nostra città, che ha visto protagonista un migrante ospite di un centro di accoglienza, il quale ha aggredito l'autista e ferito una passeggera, non può restare impunito.
Si tratta di un fatto gravissimo di per sé, che assume una connotazione ancor più riprovevole se teniamo conto che il migrante è un ospite della nostra società, e si è dimostrato totalmente ostile ad essa e alle norme di pacifica convivenza.
Infatti, anziché aver rispetto per chi indossa una divisa e per chi pagando le tasse contribuisce alla sua accoglienza, il giovane ha ferito due persone la cui unica colpa è stata trovarsi in quel bus e fare il proprio dovere di cittadini.
Auspico l'espulsione dall'italia di questo migrante-aggressore, che ha dimostrato di essere un pericolo per chi gli sta attorno e per lo Stato che lo ha accolto. Non vogliamo correre il rischio che la nostra città diventi teatro di episodi efferati compiuti dai richiedenti asilo.
Ringrazio l'Arma dei Carabinieri i cui uomini sono prontamente intervenuti, garantendo ancora una volta, come sempre, la sicurezza dei nostri cittadini. Inoltre esprimo solidarietà all'autista e alla donna ferita: prendere un autobus o lavorare non possono essere motivo di pericolo alcuno in un Paese civile".
Così in una nota l'assessore alla Sicurezza della Spezia Gianmarco Medusei ha commentato l'episodio di violenza accaduto ieri su un autobus di linea.
A dare manforte alla posizione di Medusei sono intervenuti tutti gli eletti del Carroccio nel Comune capoluogo, i quali hanno aggiunto: "Episodi come questo dimostrano che l'immigrazione incontrollata costituisce un serio problema di pubblica sicurezza, e che la linea dura del nostro ministro e leader Matteo Salvini è pienamente giustificata. Ci vorranno anni per risolvere i problemi giganteschi che sono stati creati dai governi del Pd, i cui esponenti nazionali, non contenti di aver fomentato l'immigrazione selvaggia, passano adesso il tempo ad imbarcarsi sulle navi delle ONG anziché lavorare in Parlamento".