Dopo il primo mandato a Bruxelles, lo spezzino Brando Benifei si candida nuovamente alle Elezioni Europee con il Partito Democratico nella Circoscrizione Nord-Ovest; nato alla Spezia, dopo esser approdato al Parlamento Europeo a soli 28 anni – il più giovane del PD – si è concentrato prevalentemente su: occupazione, giovani, disabili, digitale, politica estera.
Come ha impostato il suo lavoro in questo quinquennio?
Ho cercato di impegnarmi al massimo delle mie forze per promuovere un’Europa più sociale, vicina ai cittadini, concentrata sul creare sviluppo sostenibile, lavoro di qualità, inclusione. Mi sono battuto per politiche sociali che aiutassero i più bisognosi, per misure di lotta alla disoccupazione giovanile, alla precarietà e alla povertà, per politiche economiche più orientate alla giustizia sociale, per politiche migratorie umane che distribuissero le responsabilità dell’accoglienza in maniera equa, per la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell’azione esterna dell’Unione”.
Parliamo dal nostro territorio: che cosa ha fatto per lo Spezzino e più in genere per la Liguria?
Prima di tutto, ho promosso opportunità̀ per i nostri giovani e le nostre piccole e medie imprese con il sostegno di turismo e scambi culturali, la valorizzazione del nostro porto e del distretto della difesa, impegnandomi per proteggere le nostre bellissime risorse naturali e ambientali. Allargando lo sguardo alla regione, ho lavorato molto per integrarla al meglio in Europa, puntando – oltre che su turismo e portualità come per l’estremo Levante – anche sulle infrastrutture; in questi settori chiave,ho cercato di favorire il più possibile il rafforzamento dell’innovazione e della competitività̀. Grazie a strumenti quali la Garanzia Giovani, c’è stato un ulteriore sostegno dell’industria portuale, dei servizi tecnico-nautici e dell’occupazione in generale”.
Quali sono i risultati più importanti che ha ottenuto?
Ce ne sono stati diversi, a partire dai giovani: anche grazie al mio impegno come presidente dell’Intergruppo giovani del Parlamento europeo, siamo riusciti a ottenere la triplicazione dei fondi Erasmus+, per raggiungere sempre più studenti. È stato creato, su mia iniziativa, il programma ErasmusPRO, per i giovani in formazione professionale e gli apprendisti. Ho lavorato personalmente alla creazione del Corpo Europeo di Solidarietà, programma di scambio europeo per azioni di volontariato e lavoro nel campo solidale. Ho contribuito al rafforzamento del programma Garanzia per i Giovani, che ha fornito aiuto a un milione e trecento mila ragazze e ragazzi in Italia, e a oltre 14 milioni in Europa. Inoltre, negli ultimi mesi della legislatura siamo finalmente riusciti, dopo un lavoro di tre anni, a ottenere l’abolizione degli stage non pagati nelle istituzioni europee, una vergogna per un’Europa che voglia dare il buon esempio nel valorizzare il lavoro dei giovani e che deve preludere alla messa al bando di questa pratica scorretta in tutta Europa. Inoltre, grazie al mio lavoro sul nuovo Fondo Sociale Europeo Plus - di cui l’Italia sarà il primo beneficiario, con oltre 15 miliardi di euro - è stata creata la Garanzia per i Bambini, con 6 miliardi di euro dedicati, che permetterà a bimbi provenienti da condizioni economiche o sociali svantaggiate di accedere gratuitamente a servizi essenziali quali sanità, istruzione, alimentazione e alloggi dignitosi.
Sociale e welfare in primo piano, quindi. Lei è vicepresidente dell’Intergruppo parlamentare sulla disabilità: cosa ha realizzato in questo campo?
Mi sono occupato molto anche di diritti di queste persone, cercando di includere misure specifiche per i cittadini disabili in tutti i testi legislativi e di sensibilizzare i cittadini sull’importanza dell’inclusione sociale e di una vita attiva per tutti. Abbiamo in particolare lavorato per migliorare la proposta dell’Atto europeo di Accessibilità, non perfetto a causa del mancato coraggio dei Poplari, che stabilisce standard di accessibilità di beni e servizi e l’eliminazione di molte barriere, architettoniche e non. Un risultato importante ottenuto è stata invece la Disability Card, che fornisce una serie di benefit in servizi, trasporti e sport ed è riconosciuta finora in 8 Paesi, tra cui l’Italia”.
Lei è arrivato a Strasburgo e Bruxelles non ancora trentenne, quindi rientra in pieno nella generazione dei Millennials, che vive appieno le nuove tecnologie. Riguardo a queste ultime e al loro impatto sul lavoro, sull’istruzione e la formazione, cosa ha realizzato?
Sicuramente, ho un grande interesse personale per la rivoluzione digitale e per le trasformazioni e questo si è riflesso sul mio lavoro: mi sono impegnato per sostenere investimenti nel campo dell’istruzione, della formazione professionale continua e delle competenze digitali, ma anche per soluzioni e misure che limitino l’impatto negativo sul mercato del lavoro, sia in termini di posti di lavoro persi che in termini di crescente sfruttamento dei lavoratori da parte delle piattaforme digitali, affinché la rivoluzione digitale non lasci nessuno indietro. Da questo punto di vista, con i colleghi del Gruppo dei Socialisti e Democratici ho lavorato attivamente su provvedimenti come la Direttiva sulle Condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili e per promuovere una riflessione più ampia sul tema nella prossima legislatura”.
Infine, la politica estera, un settore in cui l’Europa può e deve essere ancora più incisiva.
Mi sono occupato molto di Medio Oriente-Nord Africa, di questione palestinese, di Turchia, di Asia Centrale. Ho sempre lavorato per un’azione esterna e una difesa comune basata sui nostri valori fondamentali, in particolare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, incentrata sui principi del diritto internazionale e del multilateralismo, e il principio secondo il quale l’Unione deve parlare con una sola voce nel mondo. Solo così riusciremo a essere credibili sulla scena internazionale e saremo in grado di difendere il nostro modello sociale che ci rende unici a livello globale”.
Di fronte alle tendenze sovraniste, che mettono sotto attacco questa Unione Europea, cosa si sente di dire?
Questo modello, sicuramente da perfezionare, oggi è a rischio, per via dei sovranisti e populisti che vogliono smantellare le nostre conquiste per trincerarsi nei confini nazionali. Mi ricandido proprio per resistere a queste tendenze e per proseguire il lavoro degli ultimi 5 anni, promuovendo una riforma delle istituzioni europee che le renda più democratiche e più efficienti, più inclusive e attente ai bisogni delle persone.