Il convegno sarà l’occasione per presentare l’accurato studio condotto dal prof. PELI, contenuto nel suo ultimo libro “STORIE DI GAP – Terrorismo Urbano e Resistenza”.
Sulla resistenza italiana si è scritto molto e sono, da tempo, disponibili opere che esaminano accuratamente e con metodo scientifico questo importante periodo storico di riscatto dell’Italia contro la dittatura fascista, l’invasione tedesca e la tragedia immane della guerra, nella quale l’avevano condotta i fascisti. Non esistono invece molti studi sul fenomeno dei GAP (Gruppi Armati Patriottici). Ora SANTO PELI colma una lacuna, ricordando le gesta di queste piccole squadre di 3 o 4 uomini, che vivevano isolati, in clandestinità, in condizioni difficilissime, con problemi di alloggiamento, di cibo, di armamento, privi di esperienza militare. Riuscirono tuttavia a seminare paura e insicurezza tra gli occupanti nazisti e i loro collaborazionisti locali.
“Non è una storia eroica quella che ci narra il prof. Peli” - dice Carlo Raggi, segretario del circolo Pertini - “ma è una storia realistica, che non nasconde difficoltà, paure, impreparazione. Elementi che costeranno cari ai gappisti, caduti a decine nelle mani delle SS e delle bande di torturatori fascisti, torturati orribilmente e poi fucilati. Il libro fa anche giustizia delle falsità circolate a proposito degli attentati, in primis quello di via Rasella a Roma, contro le posizioni attendiste e tendenti all’inazione, mostra come siano false e costruite a posteriori le polemiche su una presunta consegna dei partigiani, che, se effettuata, avrebbe risparmiato la strage nazifascista delle Fosse Ardeatine”.
Se il fenomeno dei GAP fu prevalente nelle grandi città (Roma, Firenze, Bologna, Genova, Torino e Milano) non mancarono episodi anche locali. A Sarzana si ricorda l’attentato compiuto dai gappisti sarzanesi contro il podestà fascista di Sarzana Rago nel dicembre 1943. Ancora oggi, si possono notare gli effetti dei colpi di pistola sulle colonne in marmo all’ingresso del Comune. Il comandante dei GAP sarzanesi, autore dell’azione contro Rago, rimarrà poi vittima della violazione di regole elementari della clandestinità e dell’amore che lo legava alla sua famiglia. Una sera, mentre di nascosto, andava a visitare i suoi cari, fu ucciso in un agguato delle brigate nere.
"Il libro illustra la nascita, la crescita, lo sviluppo del fenomeno ed anche la sua crisi, che produrrà una trasformazione: non più piccoli gruppi votati ad azioni terroristiche, ma grandi gruppi di massa con un formidabile supporto e consenso nella popolazione e tra i lavoratori, in grado di dare battaglia aperta all’occupante nazista e ai suoi seguaci locali. I GAP pagarono con le loro vite. Le loro azioni coraggiose e isolate terminarono, ma la loro attività determinò lo spostamento del consenso delle popolazioni a favore dei partigiani e l’avversione generalizzata degli italiani a nazisti e fascisti", conclude Raggi..