Purtroppo con l'incredibile quanto triste vicenda dei nostri due marò, Salvatore Girone e Massiliano Latorre, ingiustamente detenuti in India e a cui va tutta la mia solidarietà e vicinanza, il governo ha messo in dubbio l'opportunità della presenza dei militari sulle navi mercantili per evitare ulteriori incidenti diplomatici. Oggi, a pagare il conto salatissimo della a dir poco inconcludente azione di politica estera dimostrata dal governo Monti, oltre ai nostri due marò, sono gli equipaggi delle navi mercantili italiane che quotidianamente si trovano a dover operare in zone infestate da pirati, mettendo a serio repentaglio la propria vita e con conseguenze incalcolabili sull'attività armatoriale del nostro Paese.
Vorrei ricordare che la Liguria è potenzialmente una delle regioni maggiormente interessate, dal punto di vista economico, dagli effetti negativi dell'escalation di sequestri e attacchi ai mercantili, data la forte presenza di gruppi armatoriali, le cui navi, in alcuni casi del recente passato, sono rimaste vittime di tali episodi.
È indispensabile trovare al più presto una soluzione al buco legislativo che oggi si prospetta in fatto di sicurezza navale.
Come denunciato nei giorni scorsi dai vertici di Confitarma, la sospensione del servizio effettuato dai marò, in assenza di una normativa che permetta l'impiego di personale di difesa privato, significherebbe lasciare indifesi equipaggi e navi esponendoli al concreto rischio dei pirati. Pertanto auspico che la Regione si attivi affinché il governo predisponga al più presto i corsi specifici previsti dal decreto 266/2012, per poter effettivamente impiegare team armati privati a tutela dell'incolumità di equipaggi e navi mercantili italiane impegnate in rotte a rischio pirateria. Inoltre, per dare continuità al sistema di protezione, e in attesa della piena operatività del decreto 266/2012, sarebbe opportuna la proroga, fino a fine anno, dell'impiego delle guardie giurate che non abbiano ancora frequentato i corsi teorico-pratici, per sventare il pericolo di lasciare prive di qualsiasi presidio le navi italiane già dal prossimo giugno».