“Un provvedimento giusto e doveroso, che sostiene la presenza di donne negli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate in mercati regolamentati – ha commentato la deputata ligure di FI Manuela Gagliardi, cofirmataria della proposta di legge. – La proposta è volta a prorogare per altri tre mandati l’applicazione delle disposizioni introdotte dalla legge n. 120 del 2011 Golfo-Mosca. La norma era temporanea e prevedeva la cessazione dei propri effetti dopo il terzo rinnovo degli organi di amministrazione, nella convinzione che tale orizzonte di tempo fosse sufficiente perché l’azione positiva potesse produrre un cambiamento culturale in grado poi di proseguire senza l’ausilio dell’obbligo di Legge. Purtroppo, in Italia ancora oggi le diseguaglianze tra i sessi sono estremamente radicate e diffuse, soprattutto nel mondo del lavoro.”
Il Global Gender Gap Report, redatto dal World Economic Forum, situa l’Italia all’ottantaduesimo posto nella lista dei 144 Paesi analizzati e in una prospettiva di peggioramento: sono 32 le posizioni perdute rispetto al solo anno precedente. "Il nostro Paese - prosegue Manuela Gagliardi - ha registrato dati estremamente negativi proprio nell’indicatore economico e in particolare per il divario nello stipendio percepito a parità di tipologia di lavoro, aspetto per il quale l’Italia precipita ulteriormente nella lista, fino al centoventiseiesimo posto. Diventa fondamentale, dunque, agire a sostegno dell’emancipazione lavorativa e di ruolo di altre donne e con orgoglio e determinazione sono promotrice della proposta di legge di proroga. Sono altresì soddisfatta che la proposta sia condivisa oltre le diverse appartenenze politiche da altri firmatari”.
“La legge 12 luglio 2011, n. 120, nata su iniziativa delle firmatarie Lella Golfo e Alessia Mosca, è stata promossa e approvata in considerazione della consistente sproporzione tra i due sessi rilevata nei consigli di amministrazione delle società, che rifletteva la discriminazione complessiva nei riguardi delle donne nella nostra società – spiega la deputata ricostruendo l’iter normativo. – Nel 2010 infatti, le donne rappresentavano solo il 6 per cento dei componenti dei consigli di amministrazione delle società quotate in mercati regolamentati, uno dei tre peggiori dati di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. Oggi, grazie a quella legge, la percentuale è aumentata al 33,5 per cento, raggiungendo nel 2018 punte al 37 per cento. L’ingresso delle nuove amministratrici ha contribuito a modificare altre caratteristiche dei consigli di amministrazione: riducendo l’età media, aumentando il livello medio di istruzione e accrescendo la diversità sotto gli aspetti dell’età e dell’esperienza professionale. Gli effetti sono positivi anche qualitativamente, il livello dei curricula delle donne è elevato e ha rappresentato una spinta al miglioramento anche di quello degli uomini. Proseguiamo dunque su questa strada per poter dare la dovuta importanza dell'imprenditoria e della professionalità della donna – conclude l’onorevole Gagliardi - nella speranza che in futuro non occorra una noma per dare spazio alle competenze femminili”.