Leggo da articoli di stampa che lunedì 11 marzo la Mediateca di Via Firenze è rimasta chiusa perchè i due dipendenti erano ammalati e non c'era personale per sostituirli. Costantemente, da quando sono stato eletto, in tutte le sedi istituzionali e non, in Consiglio Comunale, nelle Commissioni consiliari, sulla stampa, andiamo ripetendo che c'è una drammatica carenza di personale impiegato nel settore Cultura: solo fino a pochi anni fa i dipendenti erano 70, ora meno di 50, e solo nell'ultimo triennio ne sono andati in pensione 11, tra funzionari, amministrativi e ausiliari, senza dimenticare che le norme di "quota 100" ne potrebbero collocare a riposo almeno altri 5/6.
A fronte di tale situazione, l'ex assessore Asti voleva fare ricorso a "volontari", affidandosi a non si sa quale concetto di professionalità e specializzazione, mentre nell'articolo in questione si lascia intendere che il Sindaco, attualmente titolare della delega alla Cultura dopo la vicenda Asti, pensa per le Bibioteche a una apertura a giorni alterni o a fasce orarie ristrette, parlando di riorganizzazione del settore e di ricorso a risorse esterne, tramite bandi. E in tutto ciò si appella al cosiddetto "blocco del turn over" che impedirebbe l'assunzione da parte del Comune del personale necessario.
Non funziona così. Si abbia il coraggio di dire chiaramente che si tratta di ben precise scelte strategiche e politiche, visto che l'anno scorso si è assunto in tutta fretta un gran numero di agenti di Polizia municipale, per i quali tutta questa prudenza e questi vincoli non c'erano. Lo si è fatto chiaramente per accontentare i diktat leghisti locali, genovesi e nazionali che hanno fatto della sicurezza o presunta tale l'unica bandiera sventolabile. Per cavalcare l'onda di paura che procura consenso e voti. Insomma per la nostra Amministrazione serve più allontanare dal centro un povero che chiede l'elemosina o un "fastidioso" migrante che tenere aperta una biblioteca o un museo, che permettere ai nostri studenti di consultare un buon libro o materiale scientifico sotto la guida di personale competente; meglio una divisa in più in giro, che consentire ai nostri concittadini di usufruire liberamente del patrimonio museale e librario eccellente che abbiamo.
Si metta di nuovo la Cultura, quella vera, non quella estemporanea e episodica vista finora, al centro dell'azione politica e amministrativa; si abbia il coraggio di invertire la rotta, perchè Spezia cresce solo se cresce il livello culturale di tutti; se ne avvantaggerà anche la sicurezza.
Roberto Centi.
Consigliere Comunale LeAli a Spezia