La sinistra in questi anni ha rotto il rapporto con il mondo del lavoro. È stato questo il suo punto politico e sociale più critico.
Per diversi motivi, e non con eguali responsabilità, questo problema ha riguardato sia la sinistra autodefinita riformista che la sinistra, convenzionalmente, definita radicale.
La sinistra, spesso, parla di tutto, tranne che di lavoro.
È venuta meno una critica profonda a questo capitalismo finanziario, che si riproduce tra una crisi e l'altra e che produce enormi disuguaglianze.
Non c' è nessuna forza politica che riesca a fare emergere il conflitto capitale- lavoro.
Il PD di Renzi, in questi anni, ha contribuito a dare una visione armonica della società italiana che nella realtà non esiste perché le strade d'Italia sono lastricate di ingiustizie.
Il conflitto sociale è stato fatto sparire insieme alla concertazione sindacati governo.
Il governo giallo-verde, su questo terreno, fa anche peggio.
C'è spazio per la sinistra per ricostruirsi? Io penso di sì, se ricomincia a fare la sinistra: cercare di rappresentare il mondo di chi produce, lavoratrici e lavoratori.
Non è facile, perché sono anni che la politica di sinistra non dialoga viso a viso con operai, impiegati, precari e disoccupati.
Non è solo un problema di presenza: si riesce a ridialogare se si hanno idee e proposte da avanzare.
Di tutto questo, si è discusso tra sindacalisti e forze politiche di sinistra ieri 6 Dicembre all'Urban Center in un incontro pubblico, organizzato da Articolo1-MDP.
Noi di Articolo1- MDP siamo impegnati a costruire un nuovo partito della Sinistra che faccia del lavoro la questione centrale.
Oggi nessuno ha la rappresentanza politica delle istanze dei lavoratori e delle loro rivendicazioni: si pensi all'abolizione di un diritto come l'articolo 18 da parte di Renzi e alla sua non reintroduzione da parte di Di Maio, nonostante le promesse elettorali.
Si consideri poi il problema di conciliare lavoro e tutela dell’ambiente. Il vincolo ambientale non deve essere un vincolo allo sviluppo, se mai l'innovazione con opzioni di difesa dell'ambiente deve essere la bussola delle forze progressiste. Si pensi alla produzione energetica e al blocco auspicabile dell'uso del carbone.
Arturo Scotto, del coordinamento nazionale di Articolo1- MDP, ha sottolineato l'esigenza di un Ecologismo popolare (secondo l' ONU la terra ha 12 anni di tempo per prendere misure che la salvino).
Per questo si parla di Transizione Ecologica. Compito della sinistra è evitare, i fatti di Francia insegnano, che anche questa transizione si scarichi sulle masse popolari.
Paolo Musetti, sindacalista dell'Enel, Mattia Tivegna, segretario provinciale della FIOM ,Fabio Quaretti, segretario della FILT - CGIL, hanno portato all'incontro impegnativi contributi sulla necessità che, sull'Enel ci si muova subito, senza aspettare il 2021, data prospettata per la fine del carbone; sulle condizioni di lavoro e di sicurezza nelle aziende spezzine; sulle problematiche riguardante il porto.
Tutte tematiche che richiedono, dopo l'arricchimento venuto dal dibattito, anche con posizioni non sempre pienamente concordanti, come sulla problematica ambiente- lavoro, l'elaborazione di una piattaforma di sintesi.
Nella discussione hanno portato il proprio contributo Paolo Putrino di Articolo 1-MDP, Veruska Fedi, segretaria di Rifondazione comunista. Pier Luigi Tivegna, Pier Luigi Sommovigo del PCI, Maurizio Graziano di Sinistra Italiana, Luca Basile di Articolo1- MDP
Moreno Veschi
coordinatore provinciale di Articolo1- MDP