E così, senza motivo apparente, è stata tagliata anche una siepe storica dei giardini pubblici di Lerici, quella grande, potata con cura per anni dai giardinieri comunali per darle l’aspetto di una vela.
Un pezzo storico del disegno originale dei giardini, un esempio di arte topiaria.
Chissà che noia dava.
D’altronde questo si accompagna alla potatura selvaggia delle tamerici di San Terenzo, albero che non si pota e che, di conseguenza, non fiorirà questa primavera e difficilmente farà l’ombra che a San Terenzo sembra scomparsa come quella di Peter Pan.
Ricordiamo anche l’abbattimento degli alberi e delle essenze a Falconara (stiamo ancora aspettando di vedere le autorizzazioni necessarie), giustificato pare dal fatto che le foglie potessero ricadere sul manto sintetico.
Una prece, infine, per i pini della Marina, venti alberi sani che saranno sostituiti con sei “nanetti”.
Ma ora è tutto più preciso, più ordinato, più sterilizzato, più Lerici Coast.
Peccato che si sia anche tutti più poveri.
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