Il tema è politico, caro sindaco, altro che no.
Dove sta la politica? Non certo nel merito delle regole del lavoro, dei contratti e delle aule dei tribunali, a cui Peracchini fa ormai spesso riferimento. La politica è l’arte di governare la società, lo stesso Aristotele la definiva “l'amministrazione della polis, per il bene di tutti”.
Fugato il dubbio che un sindaco faccia politica, ora vorremmo capire: perché ha scelto di non incontrare i lavoratori?
Manca una vera e plausibile spiegazione alla domanda, che è diventata quella centrale della manifestazione di ieri, superando addirittura le ragioni del perché i lavoratori in massa abbiano aderito allo sciopero e deciso di sfilare sotto palazzo civico.
Manca un atto di responsabilità da parte del primo cittadino, che ha il dovere di ascoltare le istanze di cittadini e lavoratori; non si può asserragliare a palazzo senza che questo desti una reazione.
Il tema che si muove intorno al licenziamento della dipendente non solo riguarda una società a partecipazione del Comune, ma soprattutto attiene a quale ruolo in tutta questa vicenda abbia svolto un suo assessore, dipendente della stessa azienda che controlla in qualità di amministratore del comune. Il suo ruolo, controllore e controllato, istituzionale- politico e lavorativo, imporrebbe da parte del sindaco una seria riflessione sull’opportunità quanto meno di rivedere le sue deleghe; invece il sindaco decide che la vicenda è politica per cui non lo riguarda, nel suo ruolo istituzionale.
Come pretende che un assessore, che dunque fa politica, che interviene con un ruolo a dir poco confuso, in una vicenda che ha condotto al licenziamento di una lavoratrice, non scateni una reazione anche politica?
Come pensa di affrontare i problemi della città, se non è nemmeno in grado di dare risposte alla classe lavoratrice, che per anni rivendica di avere difeso? Ha dunque smesso di stare con i lavoratori? Per quale ragione, per difendere la sua maggioranza?
Crediamo che il sindaco debba svolgere un ruolo di garanzia e di tutela; se manca la volontà di confrontarsi allora viene meno un principio della democrazia, che ci fa temere per il futuro della città.
A dire il vero non è una novità il fatto che non si esprima mai sui grandi temi, ma arrivare al punto di non accogliere nella casa comunale sindacati e lavoratori è molto peggio di tutto quanto abbia fatto fino ad oggi.
I Segretari di circolo dell'Unione Comunale Partito Democratico La Spezia