E' surreale che oggi la Regione, per bocca dell'assessore Giampedrone, si dica del tutto all'oscuro di eventuali processi di dismissione della sezione a carbone della centrale spezzina, dopo che l'ente si era preso, invece, impegni precisi sulla de-carbonizzazione. Il confronto di tutti i portatori di interesse, degli enti, delle associazioni e delle forze sociali è indispensabile per garantire il futuro delle aree, per garantire i livelli occupazionali e dare a quei 73 ettari una caratura industriale produttiva che sarebbe salvifica per la provincia, impegnando Enel ed Enea a quel tavolo a seguito dello studio di fattibilità svolto proprio da Enea. Questa deresponsabilizzazione su uno dei temi più cogenti in città è preoccupante.
La Spezia potrebbe rappresentare un modello per tutta l’Italia e quello sulla centrale Eugenio Montale diventare un progetto pilota di “decarbonizzazione”, per la costruzione di un sistema energetico in linea con quanto previsto dagli accordi di Parigi sul clima. Non è una partita soltanto locale, si tratta di una sfida nazionale, anche in vista del superamento di tutte le centrali a carbone italiane, un obiettivo a cui tendere con convizione. E sta alla regione chiedere l'apertura di un tavolo nazionale che va fatto velocemente perche il 2021 è vicino.
Vorrei ricordare all'assessore che la chiusura delle centrali a carbone è un obiettivo europeo condiviso dal precedente governo nella Strategia Energetica Nazionale. Si preoccupi di chiedere immediatamente al ministero cosa vuol fare della strategia energetica. E' in gioco anche il futuro dei lavoratori impegati nella centrale che hanno bisogno di risposte concrete per il loro futuro lavorativo.
Questa politica all'insegna del disinteresse e dell'attendismo non giova certamente alla città che ha già visto sfumare occasioni concrete di riutilizzo di quelle aree. Attendiamo risposte concrete, obiettivi chiari su cui confrontarci e discutere per il bene della nostra comunità.
Juri Michelucci
Consigliere regionale PD