Sopra l’infermeria ci sono infiltrazioni d’acqua consistenti. Dal soffitto le chiazze di umidità gocciolano sopra gli infermieri come se stessero lavorando in un ospedale da campo, in una zona di frontiera e non di certo in una città moderna, civile ed efficiente.
Pochi giorni fa il Dottor Mazzotta, ex primario di Cardiologia, in un’intervista ha dichiarato che il grado di soddisfazione di un paziente non è dato solo dalle cure mediche ricevute ma, una parte fondamentale, la gioca l’ambiente in cui è stato ricoverato o in cui ha affrontato l’intervento. Un ambiente inadeguato e fatiscente, dal punto di vista strutturale, è indubbiamente causa di una percezione negativa della Sanità spezzina e dunque di una sempre crescente fuga di pazienti verso altre Regioni.
E anche per i professionisti che operano nei nostri ospedali questa situazione di inadeguatezza strutturale pesa sulla scelta di rimanere o venire a operare nella nostra Regione e, in particolare, in ASL5.
In relazione a tutto questo, a fronte di eccellenze mediche e specialistiche, le cifre economiche che il Sistema Sanitario Regionale della Liguria deve sostenere, ogni anno, per la mobilità passiva è davvero impressionante.
Nel 2016 sono stati spesi per le fughe di pazienti in altre regioni italiane 15.290.000 euro mentre per le fughe verso altri Stati, una condizione questa che riguarda quasi esclusivamente il ponente ligure, che si rivolge alle strutture mediche francesi, 11.688.000 euro.
In parole povere sono circa 27 i milioni di euro che la nostra Regione ha impiegato nel 2016 per sostenere le spese dei cittadini liguri che hanno scelto di non curarsi nelle nostre strutture ma di rivolgersi altrove.
E il disavanzo sulla mobilità attiva è ancor più allarmante: il saldo internazionale è negativo di 3 milioni mentre quello interregionale lo è addirittura di 50 milioni di euro.
Tutti denari che potremmo investire per migliorare e aumentare i servizi al cittadino e assumere nuovo personale ma che invece fuggono altrove assieme ai nostri pazienti.
Depositeremo dunque una interrogazione in Consiglio Regionale per segnalare la pessima situazione edile del Sant’Andrea.
Se un paziente in entrata o in uscita dalle camere operatorie deve trovarsi in un corridoio degradato tra cavi elettrici pendenti e infiltrazioni d’acqua è chiaro che vi sia un problema generale non di certo trascurabile.
Una situazione critica che si somma alla pesante carenza di personale, ad un’organizzazione non certo ottimale e soprattutto a un cantiere, quello per la realizzazione del Nuovo Felettino, che stenta a decollare visto che dopo 2 anni dalla sua apertura è ancora fermo a circa il 4% dei lavori eseguiti.
Serve una mossa dell’Assessore regionale alla Sanità. Dimostri di essere in grado di governare perché finora i risultati sono stati catastrofici. Ora è il tempo di fare e di smetterla con gli slogan e lo scaricabarile sterile.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale liberaMENTE Liguria