Avendo seguito insieme al Comitato Piazza Verdi, oltre che con il gruppo consigliare che rappresento, tutta la vicenda inerente la piazza, devo constatare ancora una volta come tutte le criticità sia progettuali che esecutive che noi avevamo più volte indicato (e per le quali eravamo stati bollati come i “professionisti del no”) si sono prontamente verificate (leggi QUI).
A due anni dalla sua "finta inaugurazione" la piazza non è ancora totalmente collaudata, come le transenne presenti in più punti dimostrano. Ci sono voluti invece altri due anni per realizzare un collaudo di insieme che peraltro ratifica aumenti di costi assolutamente vergognosi. Riteniamo inaccettabile che ancora oggi l’adozione di provvedimenti delicati riguardanti la situazione di Piazza Verdi (leggi QUI) sia affidata alla stessa figura che ha avuto sin dal primo giorno la responsabilità amministrativa di una delle pratiche più disastrose della storia del nostro Comune, come dimostrano tutti i problemi che abbiamo dovuto affrontare fino a oggi.
Riteniamo altresì assurdo che un gruppo di persone, sempre le stesse, sedute da lustri sulle medesime poltrone, possano pensare, avallare, controllare e poi vidimare un progetto sbagliato senza che nessuno pensi a intervenire, applicando le normative vigenti in tema di rotazione dei funzionari apicali, per dir loro che sarebbe meglio passassero a un settore diverso. Questo dimostra quanto sia necessaria, opportuna e non rimandabile tale rotazione da noi proposta; se fosse già stata adottata, ci saremmo risparmiati questa situazione quanto meno inopportuna.
Ciò detto sarà mia cura chiedere conto, attraverso gli strumenti istituzionali più opportuni, di quali sono stati i criteri, le basi e calcoli da cui sono stati prodotti i numeri che leggiamo nel provvedimento di oggi, così come di tutti quelli analoghi avvenuti in precedenza relativi alla rideterminazione dei rapporti economici fra il Comune e le imprese che hanno lavorato nel cantiere di Piazza Verdi. Naturalmente confidiamo che con la definizione degli ultimi aspetti finanziari della vicenda possa entrare nel vivo l’attività di indagine della Corte dei Conti alla quale ci siamo rivolti, con un nostro esposto, per accertare se l’oggettivo sperpero di denaro pubblico che ha fatto da aggravante a uno scempio urbanistico, meriti di essere sanzionato come danno erariale.
Massimo Baldino Caratozzolo (Per la nostra città)