Dopo quasi due anni dall’inaugurazione del 30 dicembre 2016, è stato approvato il collaudo tecnico-amministrativo della nuova piazza Verdi. Sono passati sei anni dal primo via libera al progetto di riqualificazione firmato Vannetti-Buren, innumerevoli sospensioni dei lavori, sbriciolamenti inattesi del famigerato travertino e quattro varianti che hanno fatto notevolmente lievitare i costi dell’opera (in mezzo anche il giro di tangenti per cui la magistratura ha messo nel mirino l’ex funzionario comunale Piero Tomà e l’ex direttore della Nec Lino Salis).
E dopo ben 22 mesi dall’apertura della piazza, con le contestazioni all’allora sindaco Massimo Federici, arriva il collaudo delle opere edili e impiantistiche a firma del responsabile dei lavori Claudio Canneti. Con un colpo di scena.
LA MALEDIZIONE DELLE CORSIE
Il primo certificato di collaudo della piazza, infatti, era già stato rilasciato il 22 gennaio di quest’anno: “le opere eseguite dalla Nec (la ditta appaltatrice, ndr) nel complesso sono corrispondenti alle prescrizioni del contratto”, questo il senso del provvedimento del Comune. Salvo “una variazione cromatica nelle corsie carrabili”, per la quale gli uffici di palazzo civico avevano decurtato di 6 mila euro il credito che ancora spettava alla ditta.
Qualche giorno dopo il rilascio del certificato, però, nelle corsie si verificano “alcune lesioni”: ecco che interviene il personale del Comune “per eliminare lo stato di pericolo”; poi il 16 febbraio è la volta di una nuova visita di collaudo “per la verifica dei danni denunciati”.
Puntata successiva: a marzo l’amministrazione chiede alla Nec “di eseguire le necessarie riparazioni per il ripristino delle corsie”. Ma la ditta non risponde alla richiesta del dirigente Canneti, così a luglio il Comune stabilisce in 91.800 euro il “danno causato dall’impresa per il mancato ripristino delle corsie carrabili”.
Facendo il conto della serva e sottraendo la somma che la Nec doveva ancora incassare, restano 51.900 euro da riconoscere al Comune per il pasticcio delle corsie.
IL MILIONE DI EURO DI RISERVE: BRACCIO DI FERRO COMUNE-NEC
Ma piazza Verdi non delude mai: in ballo, infatti, ci sono ancora più di 995 mila euro di riserve che la Nec aveva chiesto al Comune per le sospensioni del cantiere che si sono succedute negli anni, e che secondo l’impresa avrebbero comportato un maggior costo delle lavorazioni.
Di quella somma, però, l’amministrazione riconosce all’impresa soltanto 51.200 euro: l’accordo bonario che il Comune ha inviato alla Nec il 29 agosto, infatti, ritiene ammissibile solo le sospensioni dei lavori nei periodi 1 luglio 2015-18 agosto 2015, 18 agosto 2015-7 marzo 2016 e 25 febbraio 2016-7 marzo 2016. Sono questi gli unici stalli che secondo palazzo civico “non sono riconducibili a fatti dell’impresa”.
Neanche in questo caso, però, la Nec ha risposto alle osservazioni del Comune entro il mese previsto dalla normativa. Morale: tra i lavori non eseguiti in danno al Comune e la fetta di riserva riconosciuta dall’amministrazione alla ditta, restano 726 euro che la Nec dovrà pagare a palazzo civico.
Qualche centinaia di euro che separano una storia infinita dalla sua conclusione. Forse.