Se la prima non stupisce, perché viste le numerose assenze consecutive dell'ex Sindaco Alessio Cavarra, si aspettava solo l'ufficializzazione delle dimissioni da Consigliere e l'avvio della strada romana intrapresa in quanto dipendente del Partito Democratico, le dimissioni di Stefano Ceccati creano sorpresa.
Il Consigliere in questione è (era) parte integrante della maggioranza di Governo, schierato e votato nella lista della Lega.
"Il sottoscritto Cecati Stefano consigliere comunale in carica, letta la Sua comunicazione di avvio di procedimento di decadenza della mia persona dalla carica di Consigliere, rassegno le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Consigliere comunale" - leggiamo sul documento.
Un atto dovuto in risposta al procedimento di decadenza (in base alla Legge Severino) avviato dal Presidente del Consiglio, Carlo Rampi.
Il procedimento si è reso necessario di fronte ad una condanna del Consigliere riportata nell'anno 2000, a seguito di patteggiamento per un fatto che risaliva all'anno 1992, relativo al reato 319 del Codice Penale.
"Lette le motivazioni di tale procedimento relativo ad una condanna da me riportata nell'anno 2000, a seguito di patteggiamento per un fatto che risaliva addirittura all'anno 1992 (avevo 30 anni), - scrive Cecati - le faccio presente di avere, in assoluta buona fede, ritenuto che fatti processuali così risalenti, per i quali si era determinata da oltre 15 anni la estinzione del reato e relativi ad una imputazione, 319 codice penale, della quale non mi sono mai ritenuto colpevole ma per la quale avevo chiesto di patteggiare onde evitare le più gravi conseguenze sulla mia carriera che un processo avrebbe determinato, fossero del tutto irrilevanti ai fini di una mia candidatura a consigliere comunale proposta 26 anni dopo quei fatti".
Ma così non sembra essere, il patteggiamento è in qualche modo ammissione di colpa, ed il Consigliere Ceccati prende atto della Legge, aggiunge le proprie scuse e rassegna le proprie dimissioni: "Probabilmente ho sbagliato nell'interpretare le difficili norme che presiedono a questa materia e che sono tutte successive a quei fatti. Ho ritenuto, evidentemente sbagliando, che la circostanza che, per quei fatti, avessi patteggiato prima di subire una condanna, determinasse la mancanza di conseguenze di quella pronuncia di diciotto anni fa.
Sono stato anche ingannato dal casellario giudiziale che avevo richiesto e che indicava "nulla" sotto il mio nome (solo ora mi spiegano per effetto della "non menzione" della pena, ma che io credevo effetto di una estinzione di tutta la vicenda). Ero quindi in perfetta buona fede quando sottoscrivevo la dichiarazione di insussistenza di cause di non candidabilità. Non ho mai riportato ulteriori condanne. Ho svolto con diligenza il mio lavoro fino alla collocazione in riserva. Sono mortificato per quanto ho appreso e mi scuso con tutti, primi fra tutti i miei elettori".
Salvo ulteriori novità o rinunce quindi il Consiglio comunale sarzanese avrà due nuovi innesti: il giovane Umberto Raschi al posto della rappresentanza Pd in Consiglio, e Mariagrazia Avidano (insegnante e prima dei non eletti) al posto del Consigliere della Lega, Stefano Ceccati.