I numerosi interventi dell’assessore Asti ed il silenzio del sindaco Peracchini non lasciano spazio a dubbi. L’amministrazione non vuole che AFEA proceda all’installazione del monumento realizzato a proprie spese, per ricordare e commemorare così tutti coloro che sono morti di mesotelioma pleurico.
Si tratta di più di 700 civili e militari di questa città. A cui, secondo gli studi, purtroppo se ne aggiungeranno altri nei prossimi anni. La risposta è stata che una commissione, composta da personale degli uffici comunali ed artisti della città, ha dato, a maggioranza, parere negativo. Già trovo incredibile che, davanti ad un’istanza che tratta vite spezzate da un male così atroce - e quindi temi di una delicatezza estrema -, ci si scomodi a creare apposite commissioni, quando il tutto richiederebbe semplicemente un approccio improntato al buon senso.
È allarmante però il fatto che l’amministrazione si nasconda dietro risposte “tecniche”, peraltro non vincolanti, invece di far pesare e seguire un indirizzo politico ben preciso. Ci si scorda che la vicenda parte da una mozione votata all’unanimità dal consiglio comunale, durante la passata legislatura. Esso è organo sovrano cittadino che non può veder tradita la sua volontà - espressa in atti votati regolarmente - dal politico di turno.
Si è deciso che un monumento alle vittime dell’amianto qui ci deve essere, in questo senso l’amministrazione deve agire. Se ne faccia una ragione Asti e torni a lavorare per realizzare quello che i rappresentanti della città hanno deciso di comune accordo.
Continuasse a tergiversare, propongo di riportare in discussione la mozione e rivotarla. Nel caso, mi auguro di ritrovare il consenso dell’aula tutta, e di non assistere a logiche di altra - e più scadente - natura.