Lo slogan era: “Cambiamo insieme”. La realtà invece prosegue aggiungendo: “per non cambiare nulla”.
Questo è ampiamente dimostrato dalla stessa volontà, rispetto a chi amministrava in precedenza, di trasferire la Casa di Riposo Sabbadini. È previsto che dall’attuale stabile di proprietà del Comune di Sarzana, adiacente al centro cittadino, la struttura sanitaria assistita venga trasferita di fronte l’Ospedale San Bartolomeo.
Una scelta già perseguita, fin dall’aprile del 2016, dalla Giunta Cavarra che intendeva porre in vendita l’immobile di via Falcinello.
All’epoca, in seguito alle dichiarazioni dell’allora Assessore ai Servizi Sociali, ci fu una mobilitazione, una raccolta firme e tutto fu archiviato.
Oggi siamo allo stesso punto di partenza. Cambiano i soggetti in campo, perché a parlare è il nuovo Assessore nonché “candidato vicesindaco” Eretta, ma il messaggio è il solito: il progetto è quello di trasferire la Sabbadini e affidarne la gestione, con un project financing della durata di 25 anni, alla cooperativa sociale Coopselios.
Eretta nel comunicato spiega in toni trionfalistici la decisione. La cosa stupisce poco ma c’è da chiedersi con quale capellino parli: da dipendente di ASL5 che difende una scelta dell’azienda per la quale lavora o da Assessore che cerca di fare gli interessi della sua città?
Inoltre resta il fatto che: se è vero quanto afferma Eretta sul fatto che Burlando aveva promesso una realizzazione in tempi rapidi, per quello che oggi è ancora un cantiere, è altrettanto vero che tutte le tempistiche comunicate in Consiglio Regionale dall’Assessore Viale sono state ampiamente bucate. Dal settembre del 2017 alla primavera del 2018 per arrivare ad oggi in cui il tutto è ancora lì, in corso d’opera.
È necessario inoltre rimarcare, ancora una volta, che ricorrere al project financing sulla Sabbadini sia una chiara scelta politica e non di necessità. Sempre che siano corrette le dichiarazioni in Aula fatte dall’Assessore Viale per la quale i soldi per completare la struttura ci sarebbero tutti senza ricorrere a risorse esterne.
E allora rimane ferma questa domanda, nonostante le contraddizioni evidenziate da Eretta, che oggi pare smentire la Regione: perché affidare la gestione di una struttura pubblica, costruita completamente con denari pubblici, a un soggetto privato e per ben 25 anni?
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria