Era il febbraio del 2007 quando ACAM decise di distribuire 5,2 milioni di euro ai comuni soci. Poi subito dopo le elezioni amministrative del maggio 2007, che portarono alla riconferma della coalizione di centrosinistra, scoppiò ufficialmente il caso ACAM con i suoi 500 milioni di euro di debito che non erano più sostenibili.
Da allora si è dovuto aspettare il 2018 per vedere tra le entrate a bilancio del comune della Spezia una voce positiva legata ad ACAM, circa 688.000,00 €.
Tutto bene quello che finisce bene? Un successo di chi ha governato la città fino a giugno 2017? Qualcuno forse vorrebbe far passare questo messaggio, ma non è andata proprio così, e le conseguenze del disastro di ACAM sono ben evidenti.
Per dieci anni gli investimenti in infrastrutture si sono quasi del tutto fermati. Anziché finanziare nuovi depuratori o collettori della rete fognaria, gli spezzini hanno visto aumentare la tariffa dell’acqua per pagare gli interessi sui debiti.
Poi non dobbiamo scordarci che prima dello scandalo ACAM i comuni della Provincia della Spezia erano proprietari al 100% di un’azienda, che erogava servizi pubblici sul nostro territorio, mentre oggi abbiamo una partecipazione dell' 1,5% di una grande multiutility di acqua e rifiuti e abbiamo inoltre dovuto vendere quanto di buono era rimasto, come il 51% di ACAM GAS, e le energie rinnovabili.
Pertanto è giusto rimarcare gli aspetti positivi di quanto sta accadendo, come la distribuzione dei dividendi e la ripartenza degli investimenti in infrastrutture che dovrebbero finalmente eliminare gli scarichi a mare non depurati nel nostro golfo, situazione non accettabile nel 2018 per la quale l’Italia viene costantemente sanzionata dalla Comunità Europea
Al tempo stesso, però, l’aggregazione con Iren, a cui la maggioranza di centrodestra del sindaco Peracchini con senso di responsabilità ha dato il via libera contribuendo a migliorare l’accordo tra le parti che era stato stipulato prima delle elezioni del 2017, non può essere considerato un successo soprattutto per coloro che hanno governato la città per 45 anni.
E, soprattutto, i cittadini dei Comuni spezzini, in testa quelli del Comune Capoluogo, non possono dimenticare che quel famoso mezzo miliardo di euro del debito Acam di dieci anni fa non è stato cancellato: molto semplicemente è stato sottratto al patrimonio di cui i Comuni spezzini sono oggi titolari in dette attività.
Giacomo PESERICO
consigliere comunale lista Toti-Forza Italia