Anche sul futuro dell’area Enel, tracciando un bilancio del primo anno passato in maggioranza, il consigliere comunale Massimo Baldino Caratozzolo ha marcato la differenza di vedute con l’amministrazione di Pierluigi Peracchini.
L’inizio del processo di dismissione della centrale di Vallegrande, stando alle dichiarazioni dell’azienda, è fissato al 2021. Lo studio sui possibili scenari che potranno coinvolgere l’area, commissionato ad Enea, è invece in netto ritardo rispetto alle previsioni (doveva essere presentato a gennaio). Entro il 15 luglio i risultati dovrebbero essere finalmente disponibili.
Ma la lista “Per la nostra città” di Giulio Guerri, rappresentata in consiglio comunale da Caratozzolo, attraverso una mozione chiede un impegno immediato sulla centrale da parte dell’amministrazione, in particolare sotto il profilo della salute pubblica: “Tutti amano parlare da un po' di tempo di Enel in chiave futura, dando non solo lo smantellamento entro il 2021 per certo, ma non preoccupandosi minimamente di quanto possa ancora nuocere alla nostra gente la centrale da qui a quella presunta data – ha attaccato oggi Caratozzolo – Sarebbe dunque più che mai necessario capire intanto se le prescrizioni Aia vengono rispettate, controllare che il carbone bruciato risponda alle migliori caratteristiche possibili, sapere come sta funzionando la centrale, con quali emissioni, a cominciare dalla gestione dei transitori. Sarebbe necessario dire come procede lo stato dei monitoraggi sulla salute, in particolare come procedono, se procedono, le indagini delle autorità pubbliche. Sarebbe anche necessario avviare un procedimento di Vis (Valutazione di impatto sanitario) per avere dei dati su quanto la centrale incide sulla città in termini di inquinamento”.
Caratozzolo, poi, mette in guardia sull’eventualità che l’area venga dichiarata “infrastruttura strategica”: “Dobbiamo dare degli indirizzi amministrativi precisi, per esempio inserire nel nuovo Puc una futura destinazione funzionale dell'area che escluda a priori l’insediamento di industrie insalubri di prima classe, secondo i recenti indirizzi del Consiglio di Stato anche in materia di riduzione del consumo del suolo. E dobbiamo impegnare il governo e i Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente a non utilizzare la normativa sulle infrastrutture strategiche o sugli inceneritori, che prevedono la possibilità di bypassare il livello locale nella scelta di impianti di incenerimento o di combustione, come previsto dal recente decreto Renzi del 10 agosto 2016”.
Al capitolo delle bonifiche, la richiesta è chiara e stringente: “Deve essere applicata la vigente normativa, secondo il principio ‘chi inquina paga’, anche se i cocci rimangono i suoi, come nel caso di Enel, che è proprietaria del terreno su cui insiste la centrale di Vallegrande. Ma non può essere proprietaria anche delle vite di chi abita in questa città”, ha concluso Caratozzolo.