Caro Segretario,
dopo una lunga riflessione, ho deciso di rimettere nelle tue mani la responsabilità di seguire per il Partito gli Enti Locali. Come è chiaro, si tratta di una decisione travagliata, ma che, nel contempo, fa il paio con la storia politica di questi mesi.
Il clima terribile in cui si sono svolte le Primarie, un momento in cui il PD sembrava essere la casa solo di alcuni e non di tutti noi, le scelte discutibili di limitare la partecipazione che tutt'oggi paghiamo, sono stati i primi grandi errori commessi negli ultimi tempi, tollerati ed ingoiati – tanto più da chi, come me, coordinava la campagna di Renzi nella nostra Provincia, con pazienza e soprattutto per senso di responsabilità visti gli appuntamenti che ancora ci attendevano.
Ciò nonostante non si è cambiato registro.
Le modalità con cui si sono svolte le Primarie per i parlamentari, e la scelta arbitraria delle deroghe, certo non hanno aiutato ma anzi hanno fatto crescere questa convinzione.
Ma ci attendevano le Elezioni Politiche e l'obiettivo comune di una vittoria del PD era una spinta più forte di ogni legittima riserva.
Era necessario continuare a lavorare. Sperando che si comprendesse l'esigenza del cambio di passo.
Cambio di passo che non è arrivato ed anzi, dopo una campagna discutibile nei modi e nei contenuti, il PD ha perso.
Ha perso, non "non ha vinto". Ha perso perchè noi ci candidavamo a governare il Paese, gli altri per non far vincere noi.
E sono riusciti a centrare il loro obiettivo.
Questa la mia valutazione del contesto nazionale, ma che trova incredibile simmetria nel quadro locale.
Direzioni Provinciali a cadenza trimestrale quando va bene o segreterie sempre impegnate in discussioni generali slegate dalla quotidianità, sono la perfetta fotografia di questa condizione.
Credo che in un momento come questo ci sia bisogno di luoghi di incontro e discussione vera.
E' necessario coinvolgere, in un momento di smarrimento, tutti gli iscritti, e meglio sarebbe tutto il Popolo delle Primarie.
Ritenere la Direzione del Partito un momento di approfondimento e dialogo, non un organismo bistrattato che finisce per essere luogo di ratifica di carriere politiche. La segreteria, infine, deve essere vero luogo di elaborazione. Non un circolo per alcolisti anonimi, non me ne vorranno alcuni dei suoi componenti, che conoscono la stima che nutro per loro. Per me questo percorso è concluso.
Spero possa essere un modesto contributo e una piccola sollecitazione per arrivare al Partito che vorrei. Non il Partito di uno, ma il Partito che possa essere la casa di tutti coloro lo vogliano.
Juri Mazzanti