Molto spesso in campagna elettorale temi come trasparenza e partecipazione vengono utilizzati come specchietti delle allodole, enunciati all'occorrenza come corollari e molto raramente spiegati in modo dettagliato e approfondito.
Per noi invece questi due argomenti rappresentano, non da oggi, punti cardine della nostra proposta politica perché crediamo fortemente che una buona amministrazione si qualifichi tale non solo per i risultati ottenuti ma anche per il metodo di governo adottato.
Sulla trasparenza abbiamo due proposte molto precise: l'introduzione di un regolamento simile al così detto “modello Milano”, che stabilisce che, nella scelta di tutte le nomine da parte del Comune siano assicurati la trasparenza e il rispetto dell’equilibrio di genere, accertando l’esistenza di eventuali cause di incompatibilità.
Per raggiungere questi obiettivi sarebbero prevista la possibilità per le Commissioni consiliari competenti di richiedere audizioni con le persone che il Sindaco intende nominare, la pubblicazione online dei curricula dei soggetti dichiarati idonei dalla Commissione di esperti e delle sintesi delle relazioni che i nominati presentano periodicamente al Comune.
L'altro impegno concreto che abbiamo decido di assumerci è quello di sottoscrivere in caso di elezione la “Carta di Avviso Pubblico”, una carta d'intenti composta da 23 articoli che indica concretamente come un buon amministratore può declinare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione.
La “Carta di Avviso Pubblico”, presentata a Roma nel corso della manifestazione “Contromafie” il 25 ottobre 2014 è un vero e proprio codice etico fatto non tanto di buoni propositi e belle intenzioni, ma un documento che prevede contrasto al conflitto di interessi, al clientelismo, alle pressioni indebite, trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica, scelte pubbliche e meritocratiche per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni, piena collaborazione con l’autorità giudiziaria in caso di indagini e obbligo a rinunciare alla prescrizione ovvero obbligo di dimissioni in caso di rinvio a giudizio per gravi reati (es. mafia e corruzione) ma anche divieti – es. non ricevere regali superiori ai 100 euro in un anno – e sanzioni, che vanno dalla censura pubblica sino alle dimissioni.
La partecipazione è un altro punto dolente della nostra città sul quale sarebbe necessario intervenire con intelligenza e conoscenza delle buone pratiche adottate in altri comuni italiani .
Le nostre proposte sono non solo il potenziamento degli strumenti di democrazia diretta previsti dalla legge, come il referendum comunale o il “question time”, ma anche un serio investimento sulle consulte territoriali che immaginiamo come luoghi non solo di democrazia partecipativa decentrata ma anche come realtà con le quali iniziare forme di “bilancio partecipato”, soprattutto in merito ai lavori pubblici e alle opere di manutenzione.
Sinistra Sarzanese – per i beni comuni