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Villa Ollandini, Sarzana in movimento scrive a Matteo Melley In evidenza

Secondo la lista, l'accordo sottoscritto dal Comunesarebbe "penalizzante per i cittadini".

 

Valter Chiappini, candidato sindaco di Sarzana in movimento, scrive al Presidente di C.D.P. Immobiliare, proprietaria della struttura, chiedendo che venga preso in considerazione un progetto alternativo, in quanto quello portato avanti dall'amministrazione viene considerato "penalizzante" per i cittadini.

Questa la lettera

Egregio dott. Melley,
siamo a scrivere a Lei nella Sua qualità di Presidente di C.D.P. Immobiliare.
Le sarà sicuramente noto il “progetto di valorizzazione” del complesso di villa Ollandini a Sarzana, oggi di proprietà del suddetto ente. E’ proprio conoscendo l’impegno dell’altra fondazione di cui è Presidente - parliamo della Fondazione bancaria di Carispeza - nel campo del sociale e dei beni pubblici che temiamo possa non aver colto il passaggio con cui si sottrarrebbe ai cittadini l’uso pubblico di un bene amato dai Sarzanesi.

Riassumiamo brevemente i vari passaggi di proprietà, sempre pubblica:
- dalla Provincia al Comune di Sarzana,
- quindi alla USL, poi ASL, che ha avviato il primo tentativo di cartolarizzazione con l’acquisizione da parte di INAIL per il Giubileo 2000 col progetto di farne un albergo per i pellegrini della via Francigena e con l’impegno di riconsegnarlo alla ASL dopo 5 anni come residenza sanitaria;
- fallito il progetto di INAIL torna alla Asl senza alcuna modifica
- successivamente, con una seconda cartolarizzazione, passa a Valcomp 2, assorbita poi da CDP Immobiliare di cui lei è Presidente.

Ora CDP Immobiliare ha stipulato un accordo di programma per il recupero del complesso di villa Ollandini, tutt’oggi inserito nel P.R.G. del comune di Sarzana come “parco urbano” e vincolato dal Ministero dei beni culturali ed ambientali come bene ad uso pubblico.

Ad ogni passaggio mai è venuto meno il vincolo ad uso pubblico stabilito con il primo atto di vendita e ribadito nel tempo dal Ministero dei beni culturali ed ambientali, tant’è che tale vincolo è talmente intersecato con la storia del complesso, che gli uffici comunali di Sarzana hanno dovuto inserirlo in copia nella procedura di S.U.A. aperta per avviare l’iter dell’operazione di recupero e vendita del complesso.

Una bella contraddizione, dato che l’accordo di programma prevede la modifica della destinazione d’uso con una variante al piano regolatore che trasformerebbe il complesso in residenziale.
E’ vero: tornerebbero di proprietà del comune di Sarzana lo storico giardino botanico ristrutturato (se ristrutturazione si può considerare l’abbattimento sia di piante relativamente nuove, ma che nel tempo hanno raggiunto una maestosità infinita, sia di storici alberi anche rarissimi) e gli immobili dell’ex “limonaia”, riportata al nuovo, e dell’ex “casa del custode”, rinnovata solo nella parte muraria e non nell’impiantistica e nei servizi. Ma il tutto con lo strumento dello “scomputo degli oneri di urbanizzazione”: in pratica, a spese del Comune stesso; come a spese del comune diventerebbe la costosa manutenzione del giardino botanico.

E vogliamo parlare della variante al P.R.G., forzatissima e forse pure illegittima, giacché le norme proibiscono le varianti urbanistiche in presenza di P.R.G. scaduti da più di 10 anni, se non per prevalente interesse pubblico?

Ora, è evidente che il prevalente interesse pubblico non esista.
Infatti il risultato dell’operazione vedrebbe C.D.P. trasformare gli immobili esistenti, con un aumento di volumetrie, in residenziali per almeno 26 unità abitative di pregio ed, ex novo, un immobile da destinare ai servizi della porzione che diverrebbe azienda agricola.
Il tutto da vendere a privati.

Quale può essere il prevalente interesse pubblico in un’operazione che vede la parte pubblica riprendere l’uso comune di circa un quinto di un complesso che già comune doveva essere, accollandosi il costo della manutenzione del giardino e della ristrutturazione interna di un immobile e lo scomputo degli oneri, mentre la parte proponente vedrà apprezzare i rimanenti quattro quinti in modo esponenziale con un rapporto di valore immobiliare di 1 a 6 a suo favore? Il tutto, come già detto, finalizzato alla vendita a privati.

Certo ora potrà meglio cogliere come questa operazione sia penalizzante per i cittadini di Sarzana che si vedranno sottrarre definitivamente un bene pubblico usufruibile dall’intera società a beneficio del privato con un’operazione che possiamo, a giusta ragione, pensare persino illegittima.

Dopo averLe elencato i dettagli dell’operazione, siamo a chiederLe cosa pensa sia della questione della forzatura relativa alla variante al PRG, sia dell’elusione del vincolo ad uso pubblico del complesso e, per ultimo, dell’evidente squilibrio dei benefici per le due parti.

Convinti che Lei sia sicuramente portato a prediligere progetti a vantaggio della società e dei cittadini tutti, come dimostrano gli interventi che da molti anni la Fondazione Carispezia porta avanti in provincia, Le proponiamo di prendere in considerazione un progetto alternativo che sia inerente alle attuali destinazioni d’uso, sia del “Parco urbano inedificabile” - le cui funzioni prevalenti sono “istruzione, musei, centro convegni e residenza di servizio alle funzioni prevalenti” -, sia della storica villa Ollandini - le cui funzioni prevalenti sono “istruzione, musei, fondazioni scientifiche, centro convegni con annessa struttura alberghiera e attrezzature ricettive” -, decisamente più consone ed attinenti al vincolo ad uso pubblico dell’intero complesso.

 

Valter Chiappini
Consigliere Comunale Capogruppo e candidato Sindaco per la lista civica Sarzana in movimento

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