"Sarzana ha vissuto nella sua storia recente diverse fasi o cicli economici. Il più antico dei quali era quello dell’economia agricola di prima generazione, al quale è subentrato un ciclo industriale e infine uno basato sul terziario, che, come è evidente, sta volgendo al termine.
Lo sviluppo futuro di Sarzana passa per un nuovo ciclo ecnomico, per questo alle forze politiche non basta chiedere un programma qualsiasi, fatto di citazioni di cose che non funzionano o un fantasioso libro dei sogni e neppure un lungo e prolisso elenco di risposte a problemi e problemini, ma serve un salto di qualità, serve un vero e proprio indirizzo strategico che punti a una nuova fase economica. La più concreta possibilità di sviluppo futuro è quella basata sul binomio TURISMO-CULTURA, trasformare Sarzana in un polo attivo per lo studio, le attività formative e ricreative, le attività di mostre e mercati. Favorire l’attrazione d’imprese a basso impatto ecologico e alta tecnologia e di ricercatori e studiosi, realizzare iniziative come festival, convegni, spettacoli, rassegne, mostre d’arte di alto livello e di grande capacità di attrazione. In questo quadro è fondamentale il ruolo di un’agricoltura di nuova generazione, che già oggi sta dando un contributo importante alla nostra economia e che ha trovato in colture qualificate e remunerative una nuova strada, che va incentivata e sostenuta, ma che può diventare essenziale per il modello di sviluppo previsto per l’apporto che può derivare dalla valorizzazione e diffusione dei sui prodotti tradizionali, di quelli qualificati, di quelli che compongono l’identità di un territorio. In questo modello di sviluppo il mondo agricolo, totalmente rinnovato e innovativo, torna ad occupare un ruolo di protagonista di primo piano per la nuova fase economica di Sarzana.
- 1. Salvaguardia dei terreni agricoli e coltivabili dall’invasione del cemento. Il nuovo PUC deve puntare a una “crescita zero” delle nuove costruzioni, preferendo recuperi, ristrutturazioni, ampliamenti e edilizia di sostituzione (demolizione di edifici energivori, inquinanti, con barriere architettoniche, privi di garage pertinenziali, non in regola con le norme antisismiche e loro sostituzione con edifici nuovi e dotati di tutte le qualità). A Sarzana troppo terreno agricolo è stato sprecato e consumato.
- 2. Valorizzazione dei prodotti tipici dell’agricoltura locale (Olio, Vino, Basilico, Zucchina Alberello, Susina Massina, Pere Burò, Mele “rodei” e “mazzoi”, Pesche sarzanesi, ortaggi e frutta locale in genere) con attività di promozione, denominazione, sostegno ai coltivatori.
- 3. Salvaguardia dell’attività agricola delle Tenuta di Marinella. Un’area come Marinella, condotta con moderna ed efficace capacità imprenditoriali rappresenta una risorsa straordinaria per l’ambiente in primo luogo, ma anche per le produzioni agricole e per l’occupazione.
- 4. Realizzazione di una struttura destinata quotidianamente alla vendita al minuto dei prodotti degli agricoltori locali. L’area ideale è la parte di Piazza San Giorgio, ove, un tempo, sorgeva la “tettoia” tanto cara alla memoria dei sarzanesi. Si tratta di realizzare una struttura moderna, riparata, dotata dei necessari servizi, ove i produttori agricoli possano vendere liberamente i propri prodotti. Realizzazione di banchi stabili, ove, anche a rotazione i singoli produttori possano alternarsi, a seconda delle loro disponibilità. La struttura potrebbe ospitare anche attività di trasformatori o similari (frantoi, viticoltori, allevatori di bestiame o pollame, salumifici, caseifici, cooperative di pescatori o mitilicoltori, ecc.) a condizione, comune a tutti che si limitino esclusivamente alla vendita di prodotti di propria produzione.
- 5. Valorizzazione delle coltivazioni biologiche e sostegno alla trasformazione bio delle colture, con anche opportune politiche di sostegno commerciale.
- 6. Semplificazione delle pratiche autorizzative per il settore agricolo. Possibilità di ristrutturazione di case coloniche abbandonate o anche rovinate con velocizzazione massima dei regimi autorizzativi. Possibilità di recupero di terreni agricoli abbandonati e loro apprestamento alle coltivazioni con semplice comunicazione al Comune, senza necessità di autorizzazione.
- 7. Possibilità per le imprese agricole di riportare i terreni modificati dall’intervento umano (Poggi o fasce) al loro assetto originario, al fine di favorire moderne tecniche di lavoro agricolo. Oggi, questa attività è inspiegabilmente negata dal PRG in vigore.
- 8. Campagna nei confronti dei ristoratori e degli esercizi commerciali per indurli all’utilizzo massimo possibile dei prodotti tipici locali, agricoli e artigianali (Spungata, Vermentino, Olio, Pesto, Verdure o Frutta locali, uova e carni). Riconoscimento dei locali che aderiscano alla proposta e predisposizione di apposita segnalazione sui siti web w con idonea cartellonistica.
- 9. Mappatura dei residui terreni agricoli, irrigui e coltivabili. Tutelare le aree agricole, impedendo il consumo di suolo agricolo insidiato da pretese di nuove costruzioni: la normativa del nuovo PUC dovrà essere chiara e cogente. Per centrare questo obiettivo il Progetto Sarzana punta sulla rigenerazione urbana e l’edilizia di qualità.
- 10. Favorire una nuova generazione di contadini, formati e informati, indipendenti ed in grado di affrancarsi dal monopolio delle sementi in mano alle note multinazionali, in grado di decidere e commercializzare o barattare le sementi orto-frutticole per valorizzare i prodotti tipici dell’agricoltura locale.
- 11. Sviluppare l’agricoltura della città valorizzando l’attività della filiera corta, sostenere le coltivazioni biologiche di tipo tradizionale e la loro trasformazione con opportune politiche di sostegno commerciale che già iniziano ad essere regolate dalla Comunità Europea. Questo sarà un nuovo impegno politico, per il cittadino consumatore, in un settore chiaramente specifico e diverso rispetto alla produzione di tipo industriale.
- 12. Ristrutturazione di case coloniche abbandonate e potenziamento della struttura agricola, facilitazioni nei permessi e incentivazione. Recupero di terreni agricoli abbandonati e loro apprestamento alle coltivazioni con il chiaro obbiettivo che la conservazione del suolo, in quanto bene comune e risorsa non rinnovabile, è determinante per la difesa dell’ecosistema e delle caratteristiche del paesaggio, per ciò stesso funzionale alla prevenzione del dissesto idrogeologico, per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari tipiche e di qualità.
- 13. Il rilancio dell’economia primaria (l’agricoltura) deve fare sistema con l’economia terziaria (di servizio), intercettando la rete della ristorazione e degli esercizi commerciali con la consapevolezza che l’impiego della produzione locale comporta un valore aggiunto per il territorio e la qualità del paesaggio. La promozione dei prodotti tipici locali, agricoli e artigianali, (Spungata, Vermentino, Olio, Pesto, Verdure/Frutta, uova e carni) comportano un indotto virtuoso all’economia complessiva. Il marchio di qualità diventerà il segno forte e indispensabile di riconoscibilità per tutti gli esercizi commerciali (ristoranti, pasticcerie, alimentari, verdurai, ecc.) che facendo parte integrante di questo sistema di economia virtuosa potranno avvalersi di pubblicità personalizzata mediante la segnalazione sui siti web e individuati da mirata cartellonistica".
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