"Il consigliere regionale Andrea Costa insiste pervicacemente sull’abolizione del Parco Magra Montemarcello, proponendo di trasferirne le competenze alla Provincia e ai Comuni. Finge di non conoscere le conclusioni del Tavolo tecnico regionale sui frantoi di ghiaia. Lungo le sponde del fiume Magra si è consumata ogni sorta di abusi, di violazioni di leggi, di frodi in danno dell’erario pubblico, la cui responsabilità non è ascrivibile all’Ente Parco bensì ai Comuni, ai quali competono autorizzazioni edilizie, vigilanza sulle edificazioni abusive, ordinanze di demolizione di manufatti non condonabili, e alla Provincia, competente per le concessioni del demanio fluviale e per la riscossione dei canoni demaniali, che sarebbero stati utilissimi per finanziare le attività produttive compatibili con un Parco. Per non parlare delle decine di discariche di rifiuti urbani emerse lungo le sponde risalenti a epoche in cui i Comuni non trovavano di meglio che seppellire i rifiuti in alveo. Il danno erariale, in larga parte prescritto, ma consumato, accumulato in decine d’anni di gestione della Provincia somma a un po’ di milioni di euro. Sono fatti che dovrebbero convincere la politica a non abolire il Parco, ma a rafforzarlo, dotandolo di entrate proprie, come i canoni demaniali. Altro che trasferirne le competenze alla Provincia, ente in liquidazione, che per decenni ha mostrato assoluta inefficienza.
La stessa agonia della Tenuta di Marinella dovrebbe indurre la politica a valutare l’opportunità di allargare il Parco Magra ai territori della Monte dei Paschi proprio per favorirne non solo la salvaguardia dell’incontaminata bellezza, patrimonio fondamentale per ogni programma di sviluppo turistico, ma per trovare le risorse finanziarie pubbliche che incentivino i privati a investire. I parchi sono finanziati dalla Comunità Europea, se sanno presentare progetti di sviluppo agricolo e turistico ambientalmente compatibili. Con le associazioni ambientaliste abbiamo lanciato questa proposta, più economica che ecologica, ma i politici l’hanno lasciata cadere senza confutarla.
A meno che non si voglia abolire il Parco per sanare tutte le violazioni, gli abusi consumati. Sono sanzionati da leggi nazionali urbanistiche, di sicurezza idraulica e idrogeologica, dunque non cancellabili da un consiglio regionale tirando un tratto di penna sul Parco Magra".
Comitato Sarzana che Botta!