Legambiente esprime forte preoccupazione al riguardo della politica urbanistica intrapresa dal Comune a valle del decadimento del Nuovo PUC.
Bene per la salvaguardia di Valdellora e Costa di Murlo dagli interventi edilizi incombenti, ma il problema è ben più ampio, in quanto i due progetti bloccati sono solo la punta dell'iceberg.
Il PUC rigettato dalla giunta Peracchini aveva infatti messo al riparo da ulteriore cementificazione il piede delle colline, dove in questi anni si è già costruito molto, troppo (basti pensare ai versanti della Lizza, della Chiappa, della Foce, di Montepertico, del Favaro, di San Venerio, ecc. ecc.). Lo aveva fatto disegnando una Linea Verde lungo il perimetro della città costruita, proprio con l’intento di non dare attuazione a quel disegno previsto nel PUC 2003 (e fortunatamente non ancora del tutto attuato) che prevedeva una espansione della città proprio in quelle aree collinari così gettonate a fini edificatori, ma che meritavano, sia per motivi paesaggistici che di sicurezza idrogeologica, di venire tutelate.
Ben venga quindi lo stop a Valdellora e Costa di Murlo, ma è una misura del tutto insufficiente. Se si deve fare una variante la si faccia riprendendo la Linea Verde del Nuovo PUC.
Lo stesso dicasi per l’attuazione del Piano Casa in zone collinari. Al di là delle criticità generali della misura (tutta incentrata sugli aumenti volumetrici, piuttosto che sulla qualità ambientale) applicare il Piano Casa dopo aver cassato il Nuovo PUC che identificava nuove aree sui versanti a rischio idrogeologico (leggi: frane) significa creare condizioni di rischio. Non è sufficiente confermare, come fa l’Assessore all’Urbanistica, “l’esclusione dell’applicabilità della legge laddove esistano vincoli idrogeologici”. Rispetto a quali parametri? A quali carte? A quelle attualmente vigenti, risalenti al 2003 ed ampiamente superate, o ai dati aggiornati presentati dal Nuovo PUC decaduto?
Risulta quindi evidente che quanto prodotto dal Nuovo PUC (visone della città, scenari di sviluppo, misure di sostenibilità, studi idrogeologici, norme di applicazione, ...) rimane un termine di confronto obbligato: lo si recuperi quindi, oppure lo si migliori, ma sulla base di elementi che forniscano risposte adeguate alle questioni che è il territorio stesso a porre in modo ineludibile.
Legambiente La Spezia