Cosa succede se i piccoli comuni si mettono assieme?
Razionalizzare l’apparato burocratico comunale porta a liberare risorse, a una maggiore efficienza, a un’unica identità amministrativa e di conseguenza a un maggiore sviluppo economico.
Nonostante l’impegno delle amministrazioni, i Comuni, in particolare quelli di piccole dimensioni, non sono in grado di garantire capacità progettuali che diano concrete risposte al territorio, in quanto condizionati dalla pesante burocrazia, dai tagli ai trasferimenti e dai vincoli delle leggi di Bilancio.
Qualunque processo di fusione richiede tempi, regole e visioni lungimiranti, ma è importante che ci si ponga come obiettivo finale un solo Comune e Cinque identità territoriali da salvaguardare, superando così le dimensioni minime critiche, in modo da poter creare governi locali più forti e maggiormente autorevoli.
Parliamo, ovviamente, dei Comuni delle Cinque Terre (Riomaggiore, Vernazza e Monterosso). Un territorio unico, prezioso quanto delicato, bisognoso di attenzioni e di investimenti infrastrutturali di livello qualitativo pari al valore del territorio stesso.
Gli ultimi anni hanno evidenziato le criticità causate dagli eventi naturali, dall’eccesso di presenze senza regolazione dei flussi, dalle problematiche della sicurezza dei sentieri, dalle criticità del trasporto su gomma e su rotaia (solo per citarne le principali).
I tempi paiono ormai maturi: da quest’anno viene prevista la gestione associata delle funzioni fondamentali. Il nuovo Comune entrerebbe in una fascia di abitanti che garantirebbe minori spese. Fruirebbe inoltre, da parte dello Stato, di interessanti risorse per ben dieci anni, oltre a quanto previsto dalla legge Regionale.
Per giungere a tutto ciò occorre la partecipazione dei cittadini e degli imprenditori, coloro che per primi potranno trarre vantaggio da questa fusione. La crescita e la ricchezza di un territorio provengono infatti dalla riduzione fiscale e dall’incremento degli investimenti. È in questa prospettiva che deve essere vista la fusione dei Comuni.
Il processo di razionalizzazione è ormai avviato. Al limite lo si può rallentare ma non lo si ferma, è ormai ineludibile, così come lo è stato per le Camere di Commercio (da 108 portate a 60). Il medesimo percorso sarà quello destinato ai piccoli Comuni.
I tempi per le Cinque Terre sono ormai maturi. Mai come ora questo angolo di Paradiso necessità di cure e interventi di alta qualità e il presentarsi al Mondo come “Comune delle Cinque Terre” sarebbe un punto di partenza importante.
Gianfranco Bianchi
Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia La Spezia