Il Presidente auspica che la riforma dei Parchi ne migliori la governabilità e accresca le risorse.
Che l'istituzione di “santuari” della natura sia un ottimo affare per i Comuni che li ospitano è oramai un fatto assodato: basta osservare il successo, in Liguria, del Parco Nazionale delle 5 Terre o del Parco Nazionale di Portofino.
Attirano milioni di visitatori all'anno e, con la loro notorietà, hanno “riposizionato” nel circuito turistico internazionale territori assai più vasti della loro modesta estensione.
Ma non è solo questo il punto: a volte costituiscono un indispensabile presidio per risorse territoriali “non negoziabili” come le riserve idropotabili e la biodiversità.
Lo prova la storia del Parco Montemarcello - Magra: con l'istituzione dell'area protetta cessa anche quel processo di smaltimento rifiuti che ha dato luogo alle 43 discariche tutt'ora in attesa di bonifica.
Questo significa che la contrapposizione tra una parte a favore ed una parte contro, nel caso specifico del Parco Montemarcello – Magra, è del tutto priva di senso politico: non si troverebbe un solo elettore contro la tutela delle riserve idropotabili o contro la tutela della biodiversità.
E' piuttosto una “proiezione”, non priva di pericoli, del conflitto tra partiti e nei partiti al quale sono del tutto estraneo.
L'esistenza del Parco Montemarcello – Magra è pertanto per me fuori discussione.
Semmai quello che rimprovero alla Regione ed allo Stato è di non trovare – e forse neppure cercare – le risorse necessarie per la caratterizzazione e per la bonifica dei siti inquinati e per la rigenerazione vegetazionale dell'asta terminale del Magra che consentirebbe di rafforzare il presidio ambientale sul territorio.
Voglio auspicare che la riforma attualmente in itinere accresca il peso dei Parchi, ne migliori la governabilità e, con il concorso delle Regioni interessate, li doti, finalmente, di risorse proporzionate ai compiti che devono svolgere.
Pietro TedeschiPresidente Parco Montemarcello Magra Vara