Condivido le preoccupazioni del sindaco Alessio Cavarra sulle ultime vicende della tenuta di Marinella e lo ringrazio per quanto ha fatto in questi mesi per mantenere viva l’azienda e le speranze per il futuro.
Mesi di trattative, laboriose e difficili. Oggi mi domando come mai dopo una serie di incontri e proposte non si sia mai arrivati ad un accordo. Mi domando perché i liquidatori e gli azionisti abbiano sempre tenuto un atteggiamento ostile ogni volta che ci si avvicinava all’obiettivo, rilanciando sempre con nuove e complicate proposte, invece di concordare la forma definitiva.
Siamo arrivati all’ultima offerta, riportata ampiamente dalla stampa: l’istanza d’acquisto della proprietà di Marinella spa per oltre 20 milioni e l’affitto dell’azienda agricola da subito per un minimo di 3 anni da parte di Renovo spa. Vederla respinta è un oltraggio al buonsenso, imputa tutte le responsabilità sui liquidatori e gli azionisti e getta un giudizio colpevole nei confronti di chi l’ha rigettata.
L’affitto della sola azienda agricola, con tanto di fideiussione e capacità di investimento con durata di tre anni, in attesa poi che la proprietà e i liquidatori individuino una soluzione complessiva per la vendita (valutando anche altre proposte magari più convenienti), metterebbe in sicurezza l’azienda, i lavoratori e il territorio.
Nelle ultime ore sta circolando una notizia, in attesa di conferme, che mette tuttavia un velo inquietante sulla vicenda Marinella: la controproposta dei liquidatori limiterebbe il contratto di affitto e la relativa opzione di acquisto alla sola parte del territorio sarzanese, escludendo quello amegliese, rispetto all’istanza di Renovo spa. Naturalmente smentite su quest’ultimo punto sarebbero ben accette.
Se invece fosse vero, allora tutto ciò fa bingo con il silenzio assordante di Ameglia e del suo ex sindaco e plenipotenziario totiano Giacomo Giampedrone. Il loro silenzio è stupefacente in considerazione anche del fatto che sei famiglie amegliesi lavorano e vivono proprio perché c’è l’azienda agricola.
Cosa nasconderebbe tutto ciò? C’è una volontà di scardinare la campagna, la piana nella parte amegliese ed aprirla a interventi speculativi? A pensare male si commette un peccato però spesso ci si azzecca.
L’unitarietà territoriale ha comportato la salvaguardia di questo magnifico territorio. Romperla avrebbe un effetto devastante. Negli ultimi trent’anni le amministrazioni di Sarzana e Ameglia ne hanno difeso le peculiarità, nonostante questo abbia comportato ritardi rispetto alla partenza di altri asset e critiche. Sarebbe stato più facile se avessimo svenduto il territorio alla speculazione, ma noi abbiamo imboccato un’altra strada.
Ho la sensazione che ci stiamo avvicinando a questo pericoloso epilogo: lo spezzettamento delle aree e l’attacco alla integrità della piana, un valore inestimabile da salvaguardare.
Se questa è la partita in gioco, credo che sia giunto il momento di dare delle risposte molto forti. Come abbiamo fatto 30 anni fa. Allora ci siamo opposti ai porti-canali e alle più bieche speculazioni, coinvolgendo le popolazioni residenti e tutti i cittadini. Dobbiamo mobilitare tutte le persone che hanno a cuore questo pezzo di territorio il cui valore va al di là dei confini comunali e regionali, riguarda una storia secolare, dalle alpi apuane al mare, nata con Carlo Alberto Fabbricotti.
Massimo Caleo
Senatore Partito Democratico