Passeggiare per quelle strade fin verso la marina è una esperienza unica e stupenda.
Ma forse lo è più per un turista che per chi vi risiede e si sente come “confinato in una riserva indiana”.
Tutto è a misura di visitatore e assai poco di chi vi abita.
Le persone del luogo, pur sapendo quanto sono importanti i turisti per la loro terra, sono frustrate, amareggiate e si sentono abbandonate dalle Istituzioni: Comune e Ente Parco in primis.
Di turisti in ogni angolo ce ne sono ancora molti in un inizio ottobre carico di sole.
Le lingue segnano una provenienza variegata: Europa, Asia, America.
Tutto è bello se lo guardi con gli occhi inesperti ed entusiasti di chi viene da fuori, ma se osservi bene trovi purtroppo tangibili i segni dell’incuria e degli inspiegabilmente scarsi investimenti sul territorio.
È così che, alzando gli occhi sul versante della collina, vedi un sentiero completamente devastato.
Il tracciato della Beccara che collega Riomaggiore a Manarola fino a qualche tempo fa era preciso e ordinato, mentre oggi si presenta del tutto deteriorato. Dei gradini che salivano sul ripido pendio neppure più l’ombra, solo terra dissestata pronta a trasformarsi in fango alle prime piogge, diventando un forte elemento di dissesto anche per i vicini terrazzamenti.
Il piccolo ponte di origine antichissima che ne consentiva l’accesso dal paese è talmente usurato da costringere i viandanti a camminare, non più sul lastricato, ma addirittura sulla sommità della volta in mattoni rimasta ormai scoperta, con grossi rischi per la stabilità del manufatto.
Quel sentiero dovrebbe essere chiuso per motivi di sicurezza.
L’ordinanza del Sindaco c’è ma il problema è che manca il controllo, un sistema di sanzioni e, soprattutto, una interdizione che sia difficile da superare.
Un nastro strappato non può di certo bastare.
Certo, la chiusura di aree e sentieri non è ciò di cui hanno bisogno le Cinque Terre. Quella è una misura di retroguardia che impoverisce l’area e la rende fragile.
Ciò di cui necessità il territorio è: cura e controllo ambientale e soprattutto un piano di investimenti per il ripristino e il mantenimento costante.
Come Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria pensiamo che la Regione Liguria debba funzionare da cabina di regia e stimolare chi opera sulle Cinque Terre a reinvestire parte degli ingenti fatturati direttamente sul territorio affinché quel fragile equilibrio tra uomo e natura non si spezzi.
Questa è la richiesta che porteremo in Aula e che rivolgeremo agli Assessorati competenti.
Francesco Battistini
Consigliere Regionale Gruppo Rete a Sinistra/liberaMENTE Liguria