Tedeschi: "Non vediamo in altri enti o attori del territorio proposte di intervento e di soluzione pratica delle criticità lamentate".
In merito a quanto rappresentato da alcuni sindaci e rappresentanti di associazioni in merito alla mancanza di controlli da parte del Parco sul fiume, occorre purtroppo ammettere l’impossibilità per l’Ente di svolgere le importanti funzioni di vigilanza che la stessa legge istitutiva gli attribuisce e che rivestono un ruolo di fondamentale importanza per assicurare la corretta gestione e fruizione di un territorio come quello fluviale.
E’ però necessario andare oltre le frasi ad effetto e la superficialità di alcune prese di posizione se, come sta facendo proprio il Parco, si vogliono affrontare e risolvere problematiche come questa. Il rischio altrimenti è quello di pensare che cambiando soggetto gestore si possano superare i problemi trascurando le cause che li hanno generati.
Perché il Parco non fa i controlli? Ad oggi il Parco non ha nel proprio organico nessun guardiaparco: la pianta organica teorica ne prevede la presenza ma i finanziamenti regionali non ne permettono l’assunzione. Quindi tutti i controlli vengono eseguiti dal corpo di guadiaparco volontari le cui competenze tuttavia non possono essere quelle di un agente dipendente dall’Ente. Questo indebolimento del servizio di sorveglianza territoriale va a sommarsi ad una contrazione del personale di controllo di altri enti, quale quello delle guardie faunistiche regionali(prima provinciali) passate da 6 a 2.
La decisione del se e con che fondi permettere quindi il presidio del territorio da parte del Parco (e dei parchi) è quindi principalmente in capo alla Regione che peraltro ha ridotto di un ulteriore 15% gli stanziamenti al Parco (e agli altri parchi), confermando ed aggravando il trend negativo degli ultimi anni.
A fronte di questa situazione, più volte sottoposta ed evidenziate quale criticità nei tavoli di confronto competenti, il parco ha cercato di ovviare stimolando il coinvolgimento delle attività nautiche nel presidio di un fiume che non è solo fonte di reddito ma anche bene comune.
Così come ha sollecitato su questo argomento e su altri (rete sentieristica, interventi straordinari sulle percorrenze pedonali, partecipazione a programmi e progetti europei etc.) gli stessi Comuni.
Tutte sollecitazioni che, nonostante i proclami sui giornali, raramente sono state colte e perseguite.
Il parco quindi sta cercando di fare da solo: non solo rimane un moltiplicatore di risorse sul territorio (i dati citati in alcuni articoli giornalistici mancano di riferire tutti i finanziamenti che il parco, autonomamente è riuscito ad ottenere e spendere sul territorio che moltiplicano di un fattore 6 quanto ricevuto dalla Regione ed evidenziati nei bilanci on line sul sito del Parco) ma ha avanzato alcune proposte a livello regionale che potrebbero venire incontro alle esigenze di progettazione e di intervento dei parchi (fondo di rotazione...).
Al di là delle parole di lode o condanna non vediamo in altri enti o attori del territorio altrettante proposte di intervento e di soluzione pratica delle criticità lamentate. Purtroppo.
Pietro TedeschiPresidente del Parco naturale regionale Montemarcello Magra Vara