Il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni ha scritto un comunicato in cui rende noto che il provvedimento sullo Ius Soli verrà accantonato per via delle fibrillazioni interne alla maggioranza che sostiene il governo.
Gentiloni assicura che il ddl verrà ripreso in autunno e promette di approvarlo il prima possibile.
Per me questa notizia rappresenta una sconfitta non solo personale ma anche politica del PD che ha ceduto ai ricatti della destra e degli alfaniani che sostengono il governo.
Accantonare ulteriormente l'approvazione del disegno di legge non è solamente un segnale di debolezza politica del governo, ma è anche ed è soprattutto un tradimento nei confronti di migliaia di ragazzi, bambini e adulti che speravano nella conclusione di questo iter legis travagliato e di vedersi finalmente riconosciuto il diritto di essere Italiani su uno straccio di carta. E invece dovranno aspettare ancora per molto, dovranno mettere ancora una volta i loro sogni, i loro progetti e le speranze di un futuro migliore nel cassetto e incrociare le dita per il prossimo autunno, che notoriamente sappiamo tutti non essere un mese calmo per la politica.
Accantonare l'approvazione del provvedimento dello Ius Soli vuol dire rinviare ad una situazione ancora più incerta l'approvazione della legge.
Il progetto della riforma è chiaro, netto e soprattutto giusto ed equo per tutti. Inutile ribadire come alcuni esponenti della destra più becera d'Europa stiano cercando di affossarlo negando ancora una volta i diritti del prossimo.
Propagandare che questa legge dia la cittadinanza agli immigrati clandestini piuttosto che ai profughi che arrivano sulle nostre coste è una grossa bugia e chi afferma questo mente sapendo di mentire. Lo Ius soli temperato non ha nulla a che fare con gli sbarchi che stanno interessando le nostre coste, perché riguarda solo ed esclusivamente i bambini nati e cresciuti nel nostro paese che studiano tra i banchi delle nostre scuole.
Il disegno di legge prevede lo Ius Soli temperato e lo ius culturae.
Il primo si applica per i bambini nati in Italia che saranno italiani per nascita solo se i genitori hanno il permesso Ue per soggiornanti di lungo periodo, e questo equivale ad avere una casa in regola, pagare un affitto, avere un lavoro e un reddito sopra i 15 mila euro annui, la fedina penale pulita e aver superato il test della conoscenza dell'italiano (introdotto dalla legge Maroni), altrimenti, come gli altri bambini non nati in Italia, ma arrivati qui entro i dodici anni, dovranno prima frequentare uno o più cicli scolastici per almeno 5 anni e concluderli positivamente.
Il secondo Istituto giuridico si applica per i ragazzi arrivati in Italia entro i 18 anni di età, che potranno diventare italiani dopo sei anni di residenza regolare e dopo aver frequentato e concluso un ciclo scolastico o un percorso di istruzione e formazione professionale. In questo caso, però, non si tratterà di un diritto acquisito, ma di una “concessione”, soggetta quindi a una certa discrezionalità da parte dello Stato, perciò non un diritto assoluto ma un diritto acquisito.
Questo è quello che prevede la riforma della cittadinanza che come vediamo tutti non regala niente a nessuno ma, anzi, disciplina l'acquisizione della cittadinanza in modo specifico senza lasciare nulla al caso. Attualmente abbiamo in vigore una delle leggi più vecchie d'Europa in materia di cittadinanza che risale al 1975 con lieve modifiche nel 1992. Oggi abbiamo la possibilità di cambiare le cose ed essere più giusti, ma non lo facciamo per paura dei ricatti e dei sondaggi che ci danno in lieve precipitazione per via di questo punto.
Votare questa legge non è solamente un atto di rispetto verso quasi un milione di ragazzi che sono nati e cresciuti nel nostro paese ma vuol dire anche restituire dignità verso chi si sente italiano e ha diritto ad essere considerato tale come tutti gli altri soggetti che compongono il tessuto sociale del paese.
Mi dispiace dirlo e scriverlo pubblicamente ma per me oggi è una brutta giornata, una giornata in cui il mio partito, il Partito Democratico ha tradito me cosi come tanti altri, perché ha ceduto ai ricatti della destra conservatrice e illiberale che gioisce per questa decisione di far saltare l'approvazione della legge.
Con questa decisione è prevalsa la logica della paura, non abbiamo saputo essere lungimiranti e fedeli alle promesse fatte in questi anni. Abbiamo perso l'occasione di dimostrare a tanti che le scelte giuste e di civiltà valgono più di qualche punto nei sondaggi politici.
Il governo ha preferito non avvalersi della fiducia sulla legge, che sicuramente avrebbe blindato il provvedimento e lo avrebbe portato in salvo senza nessun problema. In passato è stata utilizzata la fiducia più volte per proteggere vari provvedimenti, perché stavolta si è voluto fare un'eccezione?
E forse perché lo Ius Soli è una legge di serie b?!
Chissà, sicuramente sappiamo che oggi vince la destra e noi perdiamo un'occasione.
Io, il PD lo considero la mia seconda casa, io a questo partito ho dato e darò tutto fino alla fine, ma oggi non mi sento per niente parte di questo nè comprendo la decisione di far saltare l'approvazione del disegno di legge sullo Ius Soli. Non ho rancore verso nessuno.
Oggi sono indignato e triste per la scelta del mio PD, ma non mi abbatto nè mi arrendo, perché nelle battaglie per i diritti del prossimo non c'è spazio alla resa, nei prossimi giorni ricomincerò con tanti altri ad impegnarmi ancor di più per diffondere i contenuti di questa riforma perché è bene che la cittadinanza sappia che in questo paese ci sono tanti ragazzi e tanti bambini che sono considerati cittadini di serie B.
Houssem Dalhoumi