"I Giacobini del Golfo avversano politicamente coloro che raccontano di essere diversi da ciò che sono, i sedicenti: Forcieri, Melley e Guerri dicono di essere nuovi, ma sono i più vecchi dello schieramento politico spezzino.
Per questo i Giacobini sono stati critici nei confronti di Peracchini, avversario degno di grande rispetto, quando ha stretto un’alleanza con Guerri, il sedicente.
Ancor più critici, al punto da considerare una revoca del loro appoggio, sono stati nei confronti di Manfredini, proprio perché il loro candidato, del quale non ammettono cedimenti, quando hanno appreso di confronti-trattative non con gli elettori di Forcieri e di Melley, ma con Forcieri e con Melley, i “nuovi”, anzi, “nuovissimi”.
Tali critiche nei confronti di Manfredini sono state superate dal rispetto che egli ha dimostrato nei confronti degli elettori presentando la sua Giunta: cinque assessori espressione di competenze della società civile, identificati con nome e cognome, a cominciare da quello illustre di Emilio Falco, e quattro non identificati con nome e cognome, ma con il profilo: sì dei partiti della coalizione, ma competenti e senza responsabilità in nessuna delle precedenti giunte.
Rispetto per gli elettori perché sapere chi ti amministra è importante quanto conoscere i programmi.
Coraggio perché ha dimostrato quello che i Giacobini gli hanno sempre richiesto: spirito libero, indipendente dai partiti, autonomo dal passato.
Per questo i Giacobini lo voteranno ed inviteranno a votarlo: perché Manfredini non è uomo del PD, ma uomo della società civile.
I detrattori dicono che i Giacobini cambiano troppo spesso idea: non è cambiare idea il superare perplessità sulla base di fatti nuovi e concreti.
I detrattori sminuiscono il significato dell’atto di Manfredini sostenendo che i quattro nomi non ancora noti saranno espressione del continuismo PDino: non sarà così perché Manfredini si è impegnato a nominare quattro assessori che non hanno avuto incarichi in Giunte precedenti.
Uno dei detrattori, Melley “il nuovo”, dice che cinque assessori civici su nove sono pochi, lui avrebbe fatto nove su nove.
Cinque su nove sono la maggioranza e, quindi, per definizione non sono pochi.
E poi quanti assessori indipendenti c’erano nelle Giunte nelle quali lui è stato assessore, giunte che, per inciso, sono politicamente responsabili del saccheggio dell’ACAM i cui debiti ci hanno lasciato in eredità?
Al massimo due.
Il candidato Sindaco Peracchini non ha dimostrato analogo rispetto per gli elettori, senso di autonomia e di indipendenza dai partiti che lo sostengono: non ha fatto alcun nome di assessore, sintomo del timore di una coalizione che deve accontentare troppe anime e qualche acquisto.
Su questo terreno in lui e intorno a lui non c’è niente di nuovo, molto di vecchio".