"Arrivando a Spezia la prima cosa che mi ha accolto è stato un gigantesco cumulo di immondizia. Credo sia l'esempio più simbolico di una amministrazione che non funziona più – esordisce così il Governatore della Liguria Toti sul palco in Piazza Mentana - Quello che non perdono a questa amministrazione è che per proteggere la propria mediocrità abbia distrutto una città bellissima come Spezia. Hanno chiuso la città in una nebbia asfittica di nepotismo, di privilegio, di familismo, tutto per proteggere la mediocrità di una classe dirigente che doveva continuare a governare. Dalla Regione li abbiamo mandati a casa, da altre città anche, ora anche qui credo che debbano prepararsi alla legittima pensione, al meritato riposo, qualcuno magari a trovarsi quel lavoro che tanti spezzini non hanno avuto grazie alla loro pessima amministrazione”.
Poi entra nel vivo della campagna elettorale e del suo rush finale, citando De Gregori che “cantava la storia siamo noi, no – si rivolge Toti alla Piazza - fatevi un applauso perché la storia siete voi, l'avete costruita passo dopo passo”.
Il clima è quello di chi sente che la vittoria stavolta è davvero vicina e non lo nasconde: “Quello che sta per accadere in questa città è storia e non è una storia che costruiamo solo per noi, perché a differenza loro quando domenica notte, accompagnato da tutti noi, Pierluigi farà l'ingresso nel palazzo comunale, lasceremo le porte aperte perché il nostro progetto di cambiamento è il progetto di cambiamento di una città intera. Noi vogliamo un Rinascimento per questa città.
Domenica in ultima analisi qua si sceglie se dire addio alla palude dei privilegi, del malgoverno, delle occasioni perdute, del piano urbanistico che non sono riusciti a costruire, dei negozi del centro storico che soffocano, al merito fatto dalla tessera che si porta in tasca e non dall'impegno che ci si mette. Se questo mondo finisce, lo mettiamo finalmente da una parte, apriamo le porte ad un vento nuovo”
E a Peracchini guarda già con la fascia tricolore addosso: “Pretenderemo da lui uno sforzo straordinario. Quello che è stato fatto a questa città esige un radicale cambiamento. Il comune diventerà una casa di vetro, trasparente ed aperta a tutti”.
Non poteva mancare una replica ad accuse che hanno segnato in diverse fasi la campagna elettorale: “Che cosa centra l'antifascismo con non sapere fare un piano urbanistico o non raccogliere i rifiuti? Si dovrebbero vergognare. Chi è morto per darci la libertà, credo avrebbe voluto molto più cura per la città. Da domenica sera questa città, che resterà antifascista, avrà anche i cestini vuotati”.
La chiosa è ancora sulla scia delle canzoni, che hanno accompagnato un po' tutta la serata: “Se oggi è stato un sogno e domani sarà la storia, da domenica il bello deve ancora venire”.
L'intervento finale è quello del candidato sindaco che “all'ultimo chilometro della campagna elettorale”, si volta indietro e sottolinea gli aspetti sui quali ha voluto basarla: “Sull'umanità abbiamo costruito il nostro progetto. Abbiamo parlato sempre dei problemi degli spezzini. Io chiederò subito, dopo domenica, un confronto con Toti e la sua Giunta per vedere come risolvere davvero i problemi della città.
La riflessione che abbiamo fatto non è come quella di chi ci ha amministrato finora, ma abbiamo ragionato come la gente, sui loro problemi”.
Nessuna scaramanzia: “A lunedì per una nuova storia”, conclude Peracchini.