"È opportuno evidenziare che il provvedimento di legge della Regione Liguria era inerente non alla caccia in generale, ma al controllo faunistico: c'è differenza. I cacciatori, con senso di responsabilità e attaccamento per il territorio, avevano garantito la loro disponibilità, in caso di eccessiva presenza di ungulati – cinghiali, appunto – a effettuare battute a caccia chiusa, o in zone dove l'attività venatoria è interdetta, al fine di ridurre la presenza di questi animali" - afferma Bruzzone - "Se in precedenza la norma prevedeva che sul luogo dovesse esserci presente la Polizia Provinciale, la legge promossa dalla Regione Liguria prevede, data la nota carenza di organico subita a seguito della 'chiusura' delle Province, la possibilità che siano presenti, in loro sostituzione, di altri agenti, anche volontari, che abbiano titolo a fare da vigilanza sulla caccia. È su questo che si è espressa contraria la Corte Costituzionale", prosegue Bruzzone.
"Come risultato, si potranno effettuare battute di controllo solo in presenza di agenti della ex Polizia Provinciale, i quali sono già in grossa difficoltà a fare tutto il resto. In sostanza, verranno ridimensionate o quasi del tutto annullate le battute di controllo faunistico. Che sia chiaro a tutti: questo non è un provvedimento contro i cacciatori, che continueranno ad andare a caccia nel corso della stagione venatoria e che avevano semplicemente dato la disponibilità a fare un servizio gratuito e volontario per il territorio. È un provvedimento contro la collettività e contro gli enti pubblici, che non potranno più intervenire per arginare l'eccessiva presenza di animali, e i cinghiali potranno scorrazzare liberi e indisturbati, senza controlli, nelle campagne, nei campi, ovunque riusciranno ad andare. Una pessima notizia per la categoria degli agricoltori, ai quali i cacciatori avevano dato una grossa mano", conclude il cacciatore e Consigliere Regionale Francesco Bruzzone.