"Imbarazzata risposta di Rixi di fronte alla dichiarazioni del candidato sindaco del centrodestra Bucci sulla deregulation per la grande distribuzione. Oggi in aula il Partito Democratico ha chiesto conto all'assessore regionale delle affermazione rese da Bucci e messe nero su bianco in un documento, pomposamente intitolato “I sei piani generali per l’urbanistica”, distribuito ai giornalisti nelle scorse settimane. In quella sede il candidato sindaco del centrodestra sosteneva di voler revocare le limitazioni imposte dalla legge regionale per l'apertura di mega supermercati, con tanti saluti alla difesa del piccolo commercio di cui invece si vanta la Lega Nord. Rixi non è riuscito a convincerci con la sua risposta, anche perché sostiene che Bucci quelle cose non le abbia mai dette. Eppure ci sono i documenti e le dichiarazioni ufficiali. Anzi, la posizione del candidato sindaco del centrodestra sembra purtroppo trovare conferma nelle recenti rivelazioni sulla vendita delle aree di Sandro Biasotti a San Benigno proprio a un noto marchio della grande distribuzione, che guarda caso potrebbe insediarsi lì solo a seguito di una variante al Piano urbanistico comunale e di una deroga alle limitazioni previste dalla legge regionale. Rixi inoltre ha detto chiaramente – questa volta senza imbarazzo – che non intende mantenere gli impegni presi in aula a salvaguardia dei Civ e del piccolo commercio: tre promesse molto chiare per garantire una fascia di salvaguardia per i Centri integrati di via al fine di escludere la grande e la media distribuzione entro una certa distanza; introdurre oneri a favore dei Civ e a carico della grandi ma anche della medie strutture di vendita; sostenere anche i consorzi degli operatori economici e commerciali, oltre ai Civ. Tre impegni votati in Consiglio su richiesta del Pd che oggi Rixi ha definito, in sostanza, lettera morta. Ecco il vero volto della Lega Nord: fa le campagne elettorali dicendo di difendere i piccoli negozi, ma alla fine tutela la grande distribuzione. Si prendono impegni solenni in Consiglio regionale, che poi si disattendono".
Raffaella Paita e Giovanni Lunardon