Per legge i candidati sindaco nei comuni con popolazione superiore a 50 mila abitanti, al momento del deposito delle liste, devono allegare anche “un bilancio preventivo di spesa cui le liste ed i candidati intendono vincolarsi (…) Allo stesso modo deve essere altresì reso pubblico, entro trenta giorni dal termine della campagna elettorale, il rendiconto delle spese dei candidati e delle liste”(art. 30 della legge n°81 del 25 marzo 1993).
Immergiamoci quindi nel resoconto dettagliato (in ordine decrescente) delle spese messe a bilancio dalle 26 liste (per 12 candidati sindaco) che si presenteranno alle elezioni dell’11 giugno.
In testa c’è la coalizione di centrodestra che sostiene Pierluigi Peracchini: contando tutte e cinque le liste che lo appoggiano, la spesa complessiva messa a bilancio è pari a 244 550 euro. Più nel dettaglio, lista per lista: per Spezia vince con Peracchini Sindaco il totale delle spese previste è di 75 500 euro (tra cui 10 mila euro per manifesti, 15 mila per stampa e giornali e 24 mila 500 per “spese varie”); per la lista Giovanni Toti per Peracchini altri 75 500 euro inseriti nel bilancio preventivo (tra cui 9 mila per manifesti e 16 mila per stampa e giornali); per La Spezia Popolare, del consigliere regionale ed ex sindaco di Beverino Andrea Costa, il totale di spese previste ammonta a 59 000 euro (tra cui 7 mila 500 per manifesti, 12 mila per stampa e giornali e 10 mila per “carburante servizi logistici”); infine 23 000 euro per la Lista Bianchi Lavoro Famiglia e Ambiente dell’ex presidente della Camera di Commercio Gianfranco Bianchi e 11 550 euro per quella della Lega Nord.
Sul secondo gradino del podio, parecchio distante, c’è il diretto concorrente del centrodestra: la coalizione a sostegno dell’ex presidente del consiglio comunale Paolo Manfredini, con 68 290 euro messi a bilancio globalmente. Facendo i conti per ognuna delle sei liste della coalizione di centrosinistra: per la lista del Partito Democratico un totale di 48 000 euro (di cui 20 mila euro per “acquisto spazio e diffusione su organi di informazione”, 18 mila per “produzione, acquisto di materiali e mezzi per propaganda” e 10 mila per “organizzazione di manifestazioni di propaganda in luoghi pubblici o aperti al pubblico”); per Noi cittadini per La Spezia, la lista di Loriano Isolabella, 12 000 euro inseriti nel bilancio preventivo; per La Spezia Bella Forte e Unita 2 500 euro; infine, per la lista dell’Italia dei Valori altri 2 500 euro, per Spezia per Manfredini Giacobini Laici e Socialisti 1 650 euro e per la lista A sinistra! dell’assessore uscente Alice Parodi 1 640 euro.
In terza posizione le due liste (Avanti per Spezia e Al lavoro per Spezia) che sostengono la candidatura dell’ex presidente dell’Autorità Portuale Lorenzo Forcieri, con un totale di 40 000 euro messi a bilancio.
Vicine le tre liste che appoggiano Guido Melley (C’è Spezia per Guido Melley sindaco, Noi Sinistra per Guido Melley sindaco e Noi Giovani per Guido Melley Sindaco): un totale di spese previste pari a 35 000 euro, tra cui 6 mila per manifesti e affissioni e 5 mila per stampati e giornali.
I restanti candidati sindaco si discostano di molto: un totale di 8 800 euro per le due liste che appoggiano il vicesindaco Cristiano Ruggia, “solo” 5 435 euro per il Movimento 5 Stelle e, tra i più virtuosi in materia di spese, 3 500 euro per la lista Città nuova di Gaetano Russo, 2 200 euro per Giulio Guerri (con Rinascimento per La Spezia e Per la nostra città) e 2 000 euro per Massimo Lombardi e la sua lista Spezia Bene Comune. Soltanto 732 euro di bilancio preventivo, invece, per CasaPound.
I due candidati che invece non intendono spendere nulla per la campagna elettorale sono Maria “Marina” Di Filippo di Forza Nuova e Agostino Cucciniello.